JAMES OTTO (James Otto)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  26/02/2004
    

James Otto è un esordiente in quel di NashviIle, ma il suo disco non è la solita solfa country, bensì un disco rock a tutti gli effetti. Infatti l'enigmatico Otto esordisce con un suono robusto, decisamente chitarristico, in cui ci sono forti influenze Southern Rock. Niente di nuovo, questo è vero, ma fa piacere sentire chitarre che si arrotano e canzoni dai toni vibranti, che richiamano in parte le gesta di gruppi come Marshall Tucker Band. James mette, tra le sue influenze, gente come Bob Seger, Allman Brothers, Hank Williams Jr e James Taylor, dando così una collocazione ben precisa alla sua musica. Un crossover tra canzone d'autore e rock del Sud, con solide rock ballads, come si usava un paio di decadi fa. Il disco, che contiene 12 canzoni e dura più di cinquanta minuti, ha una struttura rock.
L'inizio è potente. Long Way Down è una composizione sudista che richiama le prime registrazioni della Marshall Tucker Band. Voce potente, chitarre che vibrano e poi quel ritornello, Long way Down, che ricorda moltissimo Toy Caldwell. Non può fare che piacere sentire un giovane musicista che riprende certi suoni,senza appesantire la sua musica, ma dando fondo alle sue potenzialità vocali. Sunday Morning, Saturday Night continua sulla stesa linea, con il piano alle spalle, un tempo duro ed una canzone solida, anche se abbastanza deja vu, dove rock, blues e Sud si mischiano in modo sagace. Miss Temptation allenta un poco la morsa e regala uno slow.
Mississippi Youth è coinvolgente e, a sentire l'autore, è la canzone a cui è più legato. È autobiografica ed ha una bella melodia di fondo, con l'organo sempre presente. In My Skin ha profonde tracce blues, un tempo rallentato ed una armonica fluida. Never say Goodbye è una ballata robusta, sul genere di quelle di Bob Seger, con un piano in sottofondo e la voce di James a dettare la melodia. The Ball è l'unica che ha tracce country, ma Gone! è dura come la roccia e riprende le sue radici sudiste, con un coro quasi gospel sul ritornello.
Valida anche la ballata I Don't Wanna Wish I had. In definitiva un buon disco che coniuga rock, Sud e ballate. James Otto è uno da tener d'occhio, se acquista in personalità e riesce a crearsi un suono completamente suo sentiremo ancora parlare di lui.