GARNET ROGERS (All That Is:The Songs of G. Rogers)
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  Recensione del  26/02/2004
    

Ci sono delle volte che si prende in mano un disco e si scopre un universo sconosciuto, un mondo splendido ed incontaminato al tempo stesso, e si rimane a bocca aperta. Questo disco mi ha aperto orizzonti che non conoscevo. Garnet Rogers, canadese, fratello di Stan Rogers, cantautore molto noto nei settanta, scomparso però nel 1983 in un tragico incidente aereo, è rimasto a lungo sconosciuto ai più. È noto in Canada, molto noto, visto che ha già inciso nove album, ma la stia fama non ha mai varcato i verdi confini della sua nazione.
Ci voleva la Red House, ci voleva uno come Greg Brown che ha caldeggiato alla Red House la pubblicazione di questo disco, perché finalmente la sua musica uscisse dai confini canadesi.. Non conoscevo assolutamente Garnet, ma quando ho ascoltato All That Is mi sono fiondato nel suo sito ed ho comprato, in un solo colpo, tutti e nove i dischi precedenti. Rogers è un cantautore vero, uno di quelli di cui oggi si è perso lo stampo. Uno che scrive canzoni di spessore, in bilico tra folk e canzone d'autore, che non disdegna di elettrificarsi ma che sa ancora scrivere canzoni tradizionali, con una strumentazione parca dietro alla sua voce calda ed espressiva.
Per anni è stata una figura secondaria al servizio di suo fratello e, quando Stan è scomparso, ha avuto la forza e la costanza di proseguire con le proprie forze. Ha esordito nel 1984 con Garnet Rogers, quindi ha pubblicato via via, The Outside Track ('86), Speaking Softly in the Dark ('88), Small Victories ('90), At A High Window ('92), Summer Lightning ('94), Night Drive ('96), Sparrow's Wing ('99), Firefly ('01). Un disco ogni due anni. Sembra strano che uno del suo spessore non abbia sfondato al di fuori dal Canada, ma oggi non dobbiamo più sorprenderci, vista la qualità delle pubblicazioni della majors americane. All That Is: The Songs of Garnet Rogers è una antologia. Cinquantacinque minuti di grandissima musica, senza inediti, tratti dai nove dischi pubblicati tra il 1984 ed il 2001.
Rogers ha lavorato duramente ed ha collaborato con vari musicisti canadesi, come Raffi, Daniel Lanois, Ken & Chris Whiteley, Dan Broadbeck, Archie Fisher. Il suo mondo è la canzone d'autore mischiata a ballate folk di forte impronta tradizionale, il tutto servito da una strumentazione parca ed espressiva, e da una voce forte, molto caratterizzata. Next Turn of the Wheel apre il disco. Una ballata intensa forgiata sulla voce dell'autore e servita da una strumentazione espressiva: chitarra, basso, batteria ed harmonium. Una composizione che avvicina l'autore a certe canzoni di Gordon Ligfhtfoot, sia per il taglio particolare (il crescendo è molto simile a quello di Gordon) che per il modo di cantare.
L'entrata del violino, suonato da Rogers, che mischia il suo canto alla chitarra tesa ed alla ritmica soffusa sono emblematici della personalità dell'autore. All That Is è dolce, profonda, inferiore. Basa la sua linea melodica sulla voce e su gentili note di piano (David Woodhead). Il gioco vocestrumenti è prezioso ed il violino, ancora una volta, scalda la canzone. Night Drive è forse il capolavoro del disco e probabilmente uno dei punti più alti della cospicua produzione di Rogers. Una composizione elettrica, lunga (quasi dieci minuti), che lascia fluire gli strumenti in modo deciso e crea un alveo perfetto alla melodia. La costruzione è in crescendo, lenta e misurata all'inizio, sempre più insistente nota dopo nota, e lascia uscire allo scoperto i vari strumenti che si amalgamano alla perfezione con la voce.
Una canzone che non ascoltavo da tempo, da molto tempo, e che mi obbliga, una volta terminatala suonarla di nuovo, e di nuovo, e di nuovo. È il lato più elettrico di Garnet, me la immagino dal vivo. Cricket Dance è invece una folk song pura e semplice, un esercizio di chitarra acustica intimo, legato ai suoni della sua terra. L'evocativa Small Victory basa la sua melodia malinconica e profondamente tradizionale sulla voce intensa dell'autore, sulla chitarra e, ancora una volta, sul violino. Struggente ed inferiore.
Anche Under The Summer Moonlight affonda le sue radici nelle tradizioni della sua terra. È una danza, allegra e spensierata, in cui il nostro è affiancato da una band guidata dalla fisarmonica di Ian Bell, una solida sezione ritmica, e dal banjo di Randall Hill.. Sparrow's Wing ci riporta alla ballata pura: voce, chitarra e basso acustico a creare il fondo.
Una canzone di grande suggestione che lascia andare le sue note in un contesto scarno. Frankie and Johnny è sempre acustica, ma ha una melodia solare, e si basa solo sulla voce dell'autore e su due chitarre (la seconda è dell'amico Don Long), ed è registrata dal vivo. Summer lightning, sempre dal vivo, è ancora una volta giocata sulle due chitarre.
Chiude il disco Seeds of Hope. Ed il nostro torna all'elettrico con una canzone di maniera, forse meno originale di quelle che la hanno preceduta, ma di sicura presa, sia per la melodia che per il suono, solido e ben strutturato. Garnet Rogers è un autore di grandissimo livello e questo disco una delle sorprese più belle dell'anno in corso. E poi continua la tradizione dei grandi cantautori canadesi.