LIGHTNIN' MALCOLM (Renegade)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  28/06/2011
    

Le musicassette di Muddy Waters hanno aperto una strada nel rurale Southeast Missouri, e Lightnin' Malcolm ha scoperto la meccanica dello scorrere che può essere del tutto casuale e involontaria, quel tanto da salire sul primo treno di passaggio. Non tanto nell’ottica di una trasformazione, di un rinnovamento del respiro vitale, ma piuttosto in un’idea di circolarità (e circolazione) della musica, del blues, nutrendosi di una spiritualità secolare scandita dal ritmo fermo del delta mississippi e del R&B, stili diversi ma che respirano tutti la medesima polvere.
Lightnin' Malcolm è un talento alla chitarra, una testa allegra, la sua vita è stata piuttosto turbolenta, ma resta genuino, autentico quando suona, proprio come l’ultimo Renegade, titolo azzeccato per chi ama stare alla larga dalle convenzioni di una società ipocrita: “The renegade cuts against the grain, doin' things his own way on his own terms,” dice Malcolm. “ I've always tried to be a right doin' person, to help people around me...I follow the laws of the universe, not the laws of man..Renegade è fumoso ma nello stesso attimo sfuma in una sottile malinconia in Ain't Even Worried e nella strumentale Renegade, come un velo che abbraccia la sua chitarra capace di regalare momenti felici nelle torbide e intense Stop Fightin' Over Me, My Lyin' Ass e So Many Woman, il primo lavoro solista di Lightnin Malcolm trova una sponda sicura nel batterista Cameron Kimbrough (nipote della leggenda Jr. Kimbrough) e si instaura un connubio perfetto.
Il duo è capace di sprigionare groove ipnotici ma senza ficcarsi in vicoli ciechi cercano nuovi ormeggi e trovano una sezione fiati in gran forma, direttamente dai Lucero -Jim Spake (Sax Baritono), David McKnight (Sax Tenore) e Nahshon Benford (Tromba)- a rendere splendida Guilty e Last Nite I Held An Angel, una brillante ‘love ballad’, di quell’amore che viene e va sotto il sole. Si sfiora il cortocircuito tra stili diversi solo nel tempo raggae di Precious Jewel (con la voce di Nadirah Shakoor) e nel rap di J. Grubbz di North Mississippi Last Nite, piccoli intoppi ma Renegade scivola via anche nella seconda parte, senza impennate o cadute eccessive in Come Go With Me e Tell You Girl, assestando un paio di momenti chitarristici assolutamente godibili, la seconda strumentale, Foxfire Ranch, e l’incantevole chiusura di You Better Recognize. Non si tira indietro Lightin' Malcolm davanti a nuove sperimentazioni, ma Renegade è pur sempre capace di registrare le molteplici evoluzioni di un blues, inquadrato e plasmato con indubbio mestiere.