WILLIAM CLARK GREEN (Misunderstood)
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  Recensione del  01/06/2011
    

Sulle texas roads ha trascorso gli ultimi anni dopo il convincente esordio di Dangerous Man, lì è facile provare nuove tentazioni, specialmente col mercato commerciale che ha risucchiato il sound red dirt. Le insidie ci sono, gli scambi tra il presente texano e un’ipotetico futuro radiofonico si sa, possono produrre viste annebbiate e sguardi autoriali meno definiti.
Misunderstood sembra figlio di questo amore, sa vivere soltanto di intermittenze, dall’alcolica disamina di Down On the Bayou, William Clark Green compone un puzzle di suoni impuro, dall’andamento casuale tra texas rock e red dirt radiofonico, la passeggiata negli interstizi romantici di Sweet Amy e Caroline -ma anche tra i reduci di guerra di Marie- trovano nel mandolino di Austin Davis gli acuti più interessanti (compreso Catch Me When I Fall con la comparsata di Josh Abbott) ad un suono di mestiere, chance pericolosa, che può anche sfuggire di mano e tradire le intenzioni, vedi Tonight, Can't Change e Push and Shove.
Dall’altra il rock e chitarre sono le specchio dell’altro, nella brillante solidità di Change e Dangerous Man Part 2, della title-track e nella dolce ballata elettrica di Drunk on Desire, la loro complementarità costituisce la parte più convincente di Misunderstood e su cui inarca storie di falliti e cuori spezzati in cerca di riscatto, aprendo cadenze bluesy da riscoprire in Muddy Shoes. Sembra essersi smarrito lo spirito più indipendente e libero di compromessi dell’esordio, quello che potenzialmente poteva veicolare Misunderstood verso punti di approccio melodico meno omologati. Chissà, al terzo disco?