TAB BENOIT (Medicine)
Discografia border=Pelle

        

  Recensione del  01/06/2011
    

Settimo disco per il maestro del blues, chitarrista e songwriter, Tab Benoit nato e cresciuto a Houma, in Lousiana, terra dove ritorna per registrare Medicine, tra i 12 ettari del celebre studio di registrazione Dockside Studio, nel cuore del country - cajun - mississippi blues. Ha iniziato negli anni ’90 con la texana Justice records a incidere dei dischi onesti, continuando a farlo tra New Orleans e il Maine dove registra un live coi fiocchi, Whiskey Store Live (2004). Il Cajun blues resta il territorio preferito da calpestare -e non solo musicalmente- a cui si dedica anima e corpo nel 2007 con Power of Pontchartrain, fino a caricarsi sulle spalle il dopo Katrina, fondando organizzazioni, finanziando e collaborando al documentario Hurricane on the Bayou.
Una ricerca di luce, un volere emergere, salire, crescere, respirare all’aria aperta che sfocia nelle diverse tonalità del blues di Medicine, il migliore della sua discografia. Swamp e rock si mischiano al country (quello accennato in Brother To The Blues, disco del 2006 con Billy Joe Shaver e Jim Lauderdale), sette nuove incisioni co-scritte con il songwriter Anders Osborne e il suo apporto non si ferma qui, produce e impugna la famosa chitarra di B.B. King (Lucille) iniziando a sagomare Medicine fin dalla raggiante title track ("He played half the album on that guitar, basically anything that's not slide guitar" spiega Benoit), languidi e incantevoli slow blues come Sunrise e A Whole Lotta Soul sono una comunione mistica, si offrono a tutti perché ciascuno ne prenda e ne assapori quel che gli va. Suntuose messe in scena, allestimenti di storie cupe e notturne attraversate da una luce chitarristica intermittente a rivelare, nascondere, lambire il rock e subito dopo a richiuderla nel blues.
"Magic happens when you least expect it," dice Benoit. "Most of the stuff here was played live - these are mostly first takes. When it came down to playing, we weren't trying to structure things. We were open to the moment", a restituire bluesacci classici, nella tradizione, come Come And Get It, una Broke and Lonely di Johnny Otis in gran spolvero, più rock in In It To Win It e virate country con il contributo al violino di Michael Doucet, fondamentale nella conclusiva Mudboat Melissa e nel meraviglioso lamento di Long Lonely Bayou, dove Tab Benoit riesce a creare risonanze e riverberi in bilico tra il piacere leggero e una sorta di ipnotica malinconia, baciata dal tempo, anni ’50, nella ballatona intensa di Nothing Takes The Place Of You (alle tastiere Ivan Neville -figlio ed erede della dinastia dei Neville Brothers) e nella splendida Next To Me. Medicine, un buon viatico per scuotere un quotidiano vincolato a una fiacca inerzia.