JEFF STRAHAN (Wayward Son)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  01/06/2011
    

Da tempo non si sentiva uno Jeff Strahan così sereno, non so se è dipeso dalla produzione di Walt Wilkins o dal fatto che si è deciso a tornare a casa – non nella sua Lamesa, dove è cresciuto cantando in chiesa e nel coro della scuola. Strano pensarlo nelle inamidate vesti di avvocato in quel di El Paso, in quella logica legale che chiude ogni spiraglio alla fantasia, ma è servita :“Well, the good thing that came out of being in El Paso was that being so immersed in the Mexican culture helped put tunes in my head that have a cool Mexican flair to them” dice Jeff. Trasferitosi in Colorado ha inciso A Little North of the Border (2002) e due anni dopo Along for the Ride, si è divincolato con successo tra seri problemi di salute e ha ritrovato il Texas nel 2004 -risiede a New Braunfels- incidendo altri dischi, tra cui un live.
In Wayward Son stringe sempre tra le mani la fedele stratocaster, ma decide di non limitarsi al solo blues, si incunea nell’american roots music (“Music that doesn’t suck. A blend of soulful-country-blues-folk and rock” -come nella splendida apertura di Early Grave), dimostra di essere sempre un bravissimo musicista suonando chitarra, piano e l’hammond b-3 e di saper dosare la penna tra un pragmatismo misto a coscienza esistenziale venata dalla morte e dall’ironia. Carica e affascina nelle ballate, Kiss Her Goodnight, Daughters Lullaby, Crying to be Kissed e Miss Lilly, romanticismo sempre e ancora vivo come un tempo impossibile da (s)fuggire.
Per il resto i topoi del blues vengono più che rispettati, pedissequamente riproposti con Ambassador e la straripante Things Money Can't Buy, trovando solide sponde nella brillante Two Strikes e rinfrescandolo con una perla come Killer e nel sound latino in Soy Tu Hombre. Jeff Strahan oltrepassa i recinti del blues e trova il suo disco più bello, proprio nel senso dell’accattivante gospel di War che chiude Wayward Son: proprio come in guerra, dove non ci sono regole, dove il corpo dei soldati è una cosa come le altre, un muro, una strada, un ponte da oltrepassare e andare avanti nell’American Way of Life.