Brandon Adams è di Lubbock, famiglia di chitarristi -padre e zio- dopo il college si è riscoperto songwriter fedele alle tradizioni del country. Non trova piacere solo nello scrivere canzoni malinconiche, tristi (infatti la band l’ha chiamata
The Sad Bastards) il disco d’esordio seppur presentando molti punti di contatto con il new country -novelle di amore, vita, solitudine e senza dimenticare una buona dose di alcohol- ha una visione più alta e ambiziosa. ‘
West Texas Original Country’ la definisce
Brandon Adams, compatta la sezione ritmica nell’apertura di
Blood, solcata da quegli elementi ‘impuri’ - la chitarra di Shad Daugherty e soprattutto dalle oscillazioni del violino di J.P. Downey-, capaci di rendere
Brandon Adams And The Sad Bastards a tratti bruciante –le parentesi di
Adeline o di
Love's Given Up On Me.
Quel new country, in
Radiate e nelle due facce delle brillanti
Restless e
When You Leave, in cui confluiscono voci d’amore, riflessi della
Randy Rogers Band e della
Josh Abbott Band, leggere visioni radiofoniche con l’intensa ballad di
Hardland e la conclusiva
Dancing - ma vale per molte altre:
Can't See Heaven,
Fuck Me Up e
Baby Why - a mostrare anche uno stile capace di aprire un nuovo orizzonte sul country che vive di sentimenti inattuali e conflittuali.
A
Brandon Adams piace muoversi su una linea di confine, presta attenzione ai dettagli, e alla fine ne mostra fiero le tracce azzardando tinte bluesy nell’interessante
Mr. Blues, ma non è altro che un sentiero da cui partire per arrivare al country di
Brandon Adams and The Sad Bastards.