BRANDON ADAMS AND THE SAD BASTARDS
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  01/05/2011
    

Brandon Adams è di Lubbock, famiglia di chitarristi -padre e zio- dopo il college si è riscoperto songwriter fedele alle tradizioni del country. Non trova piacere solo nello scrivere canzoni malinconiche, tristi (infatti la band l’ha chiamata The Sad Bastards) il disco d’esordio seppur presentando molti punti di contatto con il new country -novelle di amore, vita, solitudine e senza dimenticare una buona dose di alcohol- ha una visione più alta e ambiziosa. ‘West Texas Original Country’ la definisce Brandon Adams, compatta la sezione ritmica nell’apertura di Blood, solcata da quegli elementi ‘impuri’ - la chitarra di Shad Daugherty e soprattutto dalle oscillazioni del violino di J.P. Downey-, capaci di rendere Brandon Adams And The Sad Bastards a tratti bruciante –le parentesi di Adeline o di Love's Given Up On Me.
Quel new country, in Radiate e nelle due facce delle brillanti Restless e When You Leave, in cui confluiscono voci d’amore, riflessi della Randy Rogers Band e della Josh Abbott Band, leggere visioni radiofoniche con l’intensa ballad di Hardland e la conclusiva Dancing - ma vale per molte altre: Can't See Heaven, Fuck Me Up e Baby Why - a mostrare anche uno stile capace di aprire un nuovo orizzonte sul country che vive di sentimenti inattuali e conflittuali.
A Brandon Adams piace muoversi su una linea di confine, presta attenzione ai dettagli, e alla fine ne mostra fiero le tracce azzardando tinte bluesy nell’interessante Mr. Blues, ma non è altro che un sentiero da cui partire per arrivare al country di Brandon Adams and The Sad Bastards.