Il vento del classic rock anni ’70 soffia impetuoso sull’esordio della band di Atlanta dei
Ponderosa, il singer/guitarist Kalen Nash, le tastiere di John Dance e l’altra chitarra di Kris Sampson flirtano di continuo con il sound degli Stones, dei ‘Corvi’ o The Band e così via (fate voi), tanto che con la sferzante accoppiata che apre
Moonlight Revival (
Old Gin Road e
I Don't Mind) sembra di avere tra le mani uno dei loro b-sides o outtakes, ma allo stesso tempo, un modo veloce per specchiarsi in un’epoca, quella tra gli anni ’60 e i ’70, per scoprire che nulla è mutato. È sempre lo stesso, sfrenato e irrefrenabile amore per il rock n’ roll, quello di sempre.
Nelle prime tracce di
Moonlight Revival lo scambio di riffs è frenetico e l’alterazione del livello sonoro quasi prepotente ma con
Pistolier mostra di essere più lineare ed accessibile, alla ricerca uno stile personale, un lavoro arduo, ma sebbene paghino il loro tributo al mercato radio-friendly, i
Ponderosa mantengono una propria dignità stilistica: un gioiello è
Hold On You: “
Wait / Take all this pain / Take it away / Walk / Walk down that road / It takes your soul / That’s when you know / It’s got a hold / A hold on you…” parole che restano impresse in un travolgente cambio di ritmo che possiede allo stesso tempo, quella dispersione e quella rabbia del rock metropolitano, fatto di tragicità mescolata a fisicità con quella potenza tipica di una una live band, perché i Ponderosa vivono lì su di un palco, dove nasce e vive un’altra perla come
Pretty People.
Difficile quindi accostarli a ballate a basso rodaggio (non parlo della deliziosa
Little Runaway che mantiene uno spirito selvaggio come per
Revolution), di un misto pop-country in
Penniless, di una scialba
Girl I've Ever Seen dove cantano: “
You are easily / The most beautiful girl I’ve ever seen” non è che c’è molto da dire su questi facili clichés, fino a ripetersi in
Broken Heart. Insomma da una parte l’abilità rara di rivalutare un suono classico in questi tempi moderni, l’esporazione di quei tenebrosi anni -ad esempio nella brillante conclusione di
Devil On My Shoulder-, ad un tipico sound da studio, troppo ovattato dove i
Ponderosa sembrano fin troppo legati. Ma
Moonlight Revival cattura, coinvolge e lascia addosso indelebili i suoi segni. E chi li ha visti in giro al recente
South by Southwest ne sa qualcosa!