PONDEROSA (Moonlight Revival)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  01/05/2011
    

Il vento del classic rock anni ’70 soffia impetuoso sull’esordio della band di Atlanta dei Ponderosa, il singer/guitarist Kalen Nash, le tastiere di John Dance e l’altra chitarra di Kris Sampson flirtano di continuo con il sound degli Stones, dei ‘Corvi’ o The Band e così via (fate voi), tanto che con la sferzante accoppiata che apre Moonlight Revival (Old Gin Road e I Don't Mind) sembra di avere tra le mani uno dei loro b-sides o outtakes, ma allo stesso tempo, un modo veloce per specchiarsi in un’epoca, quella tra gli anni ’60 e i ’70, per scoprire che nulla è mutato. È sempre lo stesso, sfrenato e irrefrenabile amore per il rock n’ roll, quello di sempre.
Nelle prime tracce di Moonlight Revival lo scambio di riffs è frenetico e l’alterazione del livello sonoro quasi prepotente ma con Pistolier mostra di essere più lineare ed accessibile, alla ricerca uno stile personale, un lavoro arduo, ma sebbene paghino il loro tributo al mercato radio-friendly, i Ponderosa mantengono una propria dignità stilistica: un gioiello è Hold On You: “Wait / Take all this pain / Take it away / Walk / Walk down that road / It takes your soul / That’s when you know / It’s got a hold / A hold on you…” parole che restano impresse in un travolgente cambio di ritmo che possiede allo stesso tempo, quella dispersione e quella rabbia del rock metropolitano, fatto di tragicità mescolata a fisicità con quella potenza tipica di una una live band, perché i Ponderosa vivono lì su di un palco, dove nasce e vive un’altra perla come Pretty People.
Difficile quindi accostarli a ballate a basso rodaggio (non parlo della deliziosa Little Runaway che mantiene uno spirito selvaggio come per Revolution), di un misto pop-country in Penniless, di una scialba Girl I've Ever Seen dove cantano: “You are easily / The most beautiful girl I’ve ever seen” non è che c’è molto da dire su questi facili clichés, fino a ripetersi in Broken Heart. Insomma da una parte l’abilità rara di rivalutare un suono classico in questi tempi moderni, l’esporazione di quei tenebrosi anni -ad esempio nella brillante conclusione di Devil On My Shoulder-, ad un tipico sound da studio, troppo ovattato dove i Ponderosa sembrano fin troppo legati. Ma Moonlight Revival cattura, coinvolge e lascia addosso indelebili i suoi segni. E chi li ha visti in giro al recente South by Southwest ne sa qualcosa!