HAYES CARLL (KMAG YOYO (& Other American Stories))
Discografia border=Pelle

        

  Recensione del  03/04/2011
    

Nell’acronimo militare del titolo, ‘Kiss My Ass Guys, You’re on Your Own’ e dallo humor che sciorina sin dalla deliziosa title-track sulle reclute dell’Afghanistan (dannose sui campi di battaglia, ma pane prelibato per le sperimentazioni mediche), c’è tutto lo spirito del nuovo disco di Hayes Carll, KMAG YOYO (& Other American Stories). Il burlesco assorbe la vita, la decora e la rilancia, allo stesso modo della discografia del songwriter texano che anche stavolta trova spazio tra le situazioni umane per una serie di trasformazioni romantiche e divertenti.
Non ci sono incrinature nella sua scrittura sempre piena di dettagli, l’immaginazione è sempre forte, molto colorita, il punto di forza anche di KMAG YOYO, nella finzione trova la verità della musica mostrando il suo caratterino dalla saltellante Stomp and Holler, divertente e pepata, sulla scia di un piccolo delinquente mentre canta “I’m Like James Brown only white and taller / All I wanna do is stomp and holler” o nello scambio di ‘paroline dolci’ quando duetta con Carrie Ann Hearst in Another Like You a rappresentare la storia di insulti politici tra repubblicani e democratici.
Ma tra lo stile parlato, molto anni ’60 anche per la scelta delle melodie, si leggono i tempi difficili dell’economia attuale visti con la schiettezza di un vero Texas troubadour che la vive sulla strada, deliziose sia Hard Out Here, ‘You ain’t a poet, just a drunk with a pen’ che Bottle in My Hand (cantata con Corb Lund e Todd Snider), dove la libertà, il whiskey, la vita senza una casa non potranno mai riflettere il paradiso in terra, ma Hayes Carll crede fermamente che le cose gravi si possano dire anche attraverso la deformazione ironica.
Così tra il realismo e l’indubbia sensibilità sociale, l’altro spunto interessante di KMAG YOYO è nei tratteggi autobiografici dove rispecchia la sincerità, quando parla della mancanza del focolare domestico nella splendida ballata di Chances Are ma anche in The Letter (“Was sort of my postcard home, in that I spend two-thirds of my life on the road”). Sa battere strade romantiche, Bye Bye Baby –con banjo e steel-, la malinconia delle vacanze per Grateful for Christmas, con dall’altra The Lovin’ Cup e Grand Parade a sviluppare nuove direzioni musicali dalle contaminazioni più diverse, con melodie calde e avvolgenti. Hayes Carll si lascia andare, scioglie le briglie e fa correre KMAG YOYO (& Other American Stories) da solo, per recuperarlo al momento opportuno, come nell’incantevole chiusura di Hide Me. Spirituale, piano e coretto gospel per riflettere sul significato della vita: “All these years of runnin’ around / flyin’ high and fallin’ down”. Disco di amore, passione, ilarità e libertà. Disco da mettere accanto a quelli di altri illustri songwriter texani.