Mike Onesko e la seconda parte delle
Smokehouse Sessions: senza remore, con tutto l’eccesso che serve, con tutta la voglia di abbandonare distanze e senso della misura del tempo, il power trio della
Blindside Blues Band si affida ancora una volta ad un rock-blues roboante, sporco e jam dipendente.
Mike Onesko realizza un disco fiammeggiante, cover dipendente sin dall’
Evil di
Howlin’ Wolf (ma c’è anche l’infuocata
Ain’t Superstitious) ma con un’impronta indelebile, bastano i meravigliosi 6 minuti di
Mojo Highway, così serpeggiante nel percorso chitarristico, fatto di stile, passo, respiro e slancio che arriva direttamente da vecchi vinili degli anni ’70.
La cosa interessante mentre scorre
Smokehouse Sessions - Volume Two tra la ruvida
King Of The Sky e un bluesy lento e fumoso come
Working So Hard, è che hanno dato alle stampe nello stesso periodo, un altro cd,
Rare Tracks, altra collezione di jam registrate in studio nel corso degli anni (periodo tra il 2004 e il 2008), con brani originali e cover di lusso da Jimi Hendrix ai Led Zeppelin non proprio memorabili, ma piaceranno ai fans.
Tornando a questa seconda sessione, la scenografia è una sola: tante, tante chitarre. Non c’e altro. Una spietata e sfavillante serie di jam,
Smokehouse Shuffle e le splendide
Whiskey Man e
Bad Woman Blues sono il cuore di questo nuovo giro, pochi appigli, una trama sonora semplice semplice che funziona (e resta nell’aria a lungo) poggiata sulle corde di Mike, Emery & Fletch con la special guest di Jay Jesse Johnson che tira dritto fino al finale con Jimy Hendrix di
Hear My Train A Comin’ e il vortice elettro-acustico da dividersi tra la radiosa
To The Station (Unplugged) e la strumentale della ghost track.
Se c’è una cosa che Mike Onesko può insegnare a tutti è che da una chitarra, il blues e con il rock, se sai cosa farne e come farlo, puoi davvero andare dove ti pare: anche giù nel tempo, come dimostra
Smokehouse Sessions - Volume Two.