JIM LAUDERDALE (Headed For The Hills)
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  Recensione del  31/06/2004
    

Si è da poco spenta l'eco provocata dal suo ultimo album realizzato insieme a Donna The Buffalo - Wait 'til Spring, una proposta roots oriented che mischia insieme musica country rock influenzata dal soul e dal blues, con il jam grass di una delle più fresche e fantasiose band oggi in circolazione appartenenti al filone della cosiddetta musica alternativa Americana - che l'eclettico singer songwriter della Carolina del Nord ritorna da noi con una nuova prova solista, che il sottoscritto non esita a considerare come la più matura ed interessante della sua già lunga carriera artistica. Si perché in essa c'è tutto il Lauderdale che conosciamo, il personaggio che sia dedicando la sua vita alla conservazione dell'integrità e della diversità della musica country.
C'è l'entertainer carico dell'energia propria del Bakersfield sound, il songwriter autore di interessanti liriche introspettive rock, il fans che stravede per George Jones, l'appassionato di bluegrass, il Lauderdale che non solo è come tanti troppo rock per il country e troppo country per il rock, ma è anche troppo soul per il country e troppo pop per il soul. Insomma Headed for The Hills è una riuscitissima rappresentazione della complessa personalità di un personaggio che, non dimentichiamolo, ha scritto non solo per affermate stars quali George Strait, Vince Gill, le Dixie Chicks, Patty Loveless, Mark Chesnutt, ma anche per importanti rappresentanti del country alternativo quali Buddy Miller, i Derailers, Heather Myles, Joy Lynn White.
Abbiamo a che fare oggi con una proposta che benedice la sua collaborazione compositiva con un uno dei più grandi songwriters americani che siamo mai scesi in campo per la gloria della musica rock, Robert Hunter, il lyricist dei Grateful Dead, il partner ideale per anni del mai sufficientemente rimpianto Jerry Garcia. Con lui -con cui aveva già avuto occasione in passato di dialogare, in occasione dell'album Lost In The Lonesome Pines realizzato con Ralph Stanley e nel suo solo Onward Through It All - Jim ha composto tredici eccellenti pezzi, che sono il significativo contenuto di questo sforzo discografico. Si tratta di una prova di superiore qualità, talmente bella e convincente che potrebbe far rivincere a Jim un Grammy, bissando quello ottenuto negli anni novanta, con la sopracitata splendida proposta realizzata in compagnia del grande bluegrass Ralph Stanley.
Una proposta, interamente acustica con una sola eccezione, confezionata su misura per gli appassionati di country bluegrass roots music. Headed For The Hills, la title track, è una classica mountain song alla Ralph Stanley con assolo di chitarra acustica prima e di mandolino poi, con la bella voce di Gillian Welch nel coro. High Timberline una piacevolissima ballata, delicata e leggera, dalle tonalità quasi folkeggianti e sapore di frontiera, con Emmylou Harris preziosa harmony vocalist, assolo ancora di chitarra e del mandolino di Tim O'Brien. Sandy Ford una tipica story song, con il violino sempre di Time O'Brien in evidenza, ambientata all'epoca della guerra civile.
Lookin' Elsewhere è un ottimo bluegrass dal ritmo spiccato, con superbo ritornello, stacchi di mandolino e banjo, assolo di fiddle, grande la performance vocale di Jim nell'occasione. Paint And Glass uno squisito motivo degli Appalacchi dalla deliziosa melodia, anche se in apparenza già sentita, con la chitarra acustica sugli scudi e Buddy Miller vocalist deluxe. Trashcan Tomcat, un country blues dall'intrigante andatura, break di mandolino, "chiamami T T e non sbaglierai mai" suggerisce il refrain. Sad Hotel un lento country che descrive la fine di un amore con la presenza di un'eccellente steel guitar, l'assolo affidato ancora alla chitarra acustica. Crazy Peg and Darby Doyle una ballad dylaniana che fa un ritratto di una coppia di grotteschi tipi campagnoli con fiddle d'appoggio e brillanti assolo di chitarra e violino.
Leavin' Mobile una country & western song dall'andatura un po' lenta, la gradevole apertura strumentale un piacevolissimo coro con la presenza femminile di Allison Moorer. Head For The Sun una hard core country dalla lentissima andatura, con solido accompagnamento di steel guitar e coro ancora in tono. Joanne una delicata love song che cresce e piace sempre di più con il suo correre. I'll Sing Again uno sciolto gospel blues con Buddy Miller vocalist di supporto. Upside Down l'unico pezzo elettrico con batteria ed organo in primo piano, assolo a cura della chitarra elettrica, è uno scorrevole rock blues registrato in partnership con la jam folk roots band dei Donna The Buffalo, con cui Jim ha appena realizzato il disco di cui si è detto sopra.