JESSE DAYTON (One For The Dance Halls)
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  Recensione del  28/02/2011
    

Sebbene lontano da uno studio di registrazione, Hey Nashvegas risale al 2004 e con un album di cover nel 2006, Jesse Dayton ha continuato a fare musica (partecipazioni a dischi di amici, soundtracks e duetti come nel caso di Brennen Leigh) e soprattutto ad esibirsi al mitico Broken Spoke: “People in Austin have a connoisseurship for country music the way New Yorkers have a connoisseurship for theater and musicals. And so after playing the Broken Spoke, I was like, we need to do something that’s got that dance hall feel, because it’s kinda been forgotten”. Dance halls dove Jesse Dayton prende vita, la figura acquista forma, l’ombra diventa colore –quelli del Lone Star State- e il moto cresce sotto una calda mistura di rockabilly, honky-tonk, cajun, western swing e country verace.
Mai titolo più azzeccato per ritornare ad incidere un nuovo disco, One for the Dance Halls: partenza spigliata con la title-track e la spumeggiante Camden Town, una band in palla con Warren Hood al violino, Nat Flemming alla pedal steel e l’armonica di Mickey Raphael –arma in più per The Years. Poi la voce, sempre più profonda che tende ad avvicinarsi a Dale Watson, ad esempio nel duetto con Brennan Leigh nella deliziosa Back To Back più che in Falling Apart, e le idee chiare: “Country music to me is working class rural American folk music. If it’s not working class, and if it’s not rural, and if it’s not dealing with real folk kinds of topics, then it’s not really country music. To me, at least.” Genuina country music, con piano e la steel che si rincorrono in Lately I've Let Things Slide e nell’ottimistica ballatona di Pretty Girls Make the World Go `Round, si competrano a vicenda e poi scompaiono per lasciare spazio alla poesia in The Bad 'Ol Days e soprattutto in un brano splendido come The Good Times Are Now.
Con lo swing sfrenato di Texas Bound le tavole illustrative di One for the Dance halls si completano, e non tradiscono il senso di quello che avrebbero dovuto rappresentare per Jesse Dayton, ‘one for the dance halls'!