BOBBY BARE JR. (From the End of your Leash)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  08/08/2004
    

Figlio d'arte, Bobby Bare jr. sembrava avere un futuro ai vertici delle classifiche country fin da bambino, quando riceveva una nomination ai grammys per un duetto con il padre, rinomato artista di Nashville. Pur seguendo le orme paterne e scegliendo una carriera da musicista, il giovane Bobby prende le distanze dall'ambiente in cui è cresciuto e con la sua prima band, i Bare jr. propone un roots rock arruffato e rumoroso che da vita a due non memorabili lavori di studio (Boo Tay del '98 e Brainwasher del '00).
La svolta decisiva nel suo percorso musicale avviene quando incontra i Lambchop, un gruppo di Nashville che suona country come se provenisse dai dintorni di Londra, e con parecchi elementi di quella band, forma gli Young criminals starvation league, una estemporanea formazione aperta ad occasionali intrusioni e casuali partecipazioni. Con questo nuovo ensemble pubblica l'album omonimo nel 2002, l'ep Ok - I'm sorry... nel 2003 ed il nuovo From the end of your leash, dischi che combinano una stralunata ed umorale versione della country music con una vena compositiva estremamente brillante. Con un attitudine simile a quella di Ryan Adams, Bobby Bare jr. accosta elementi tradizionali ad una moderna estetica pop ed a rurali sfumature roots: il risultato è una musica cantautorale dai risvolti spesso intimi e malinconici, interpretata da una voce dai toni rauchi e graffianti e dal piglio alternativo.
L'ottimo From the end of your leash presenta quindi una serie di composizioni dal suono elettroacustico, che evocano gli evanescenti arrangiamenti del country aereo e sulfureo dei Lambchop e le ruvide sfumature roots rock del movimento alternative country.
Per assurdo, From the end of your leash suona come se Nebraska di Springsteen fosse stato registrato a Nashville con l'accompagnamento di una grande orchestra: dalle canzoni trapela un analogo senso di desolazione e una profonda intensità espressiva, mentre il suono, mai magniloquente o pomposo, ruota intorno al limpido pianismo di Tony Crow, un elemento essenziale anche nei Lambchop, alla steel guitar di Paul Niehaus, alle leggere partiture d'archi dirette da Andrew Bird e agli interventi dei fiati, tra i quali si distingue il sax baritono di Deanna Varagona.
Tra la nutrita schiera di "criminali" che accompagnano Bare, sfilano nomi più o meno noti del panorama alternativo da Mark Nevers alla chitarra ed alla produzione, anch'egli componente dei Lambchop, a Paul Burch fino a Will Oldham. Rivelando influenze che vanno dal country, al blues, al Memphis soul, fino al punk, Bobby Bare jr. assembla una serie di ballate di grande intensità e fascino, che evocano le sonorità abrasive dei Violent Femmes nell'iniziale Strange Bird; assumono un carattere intimo nell'introspezione acustica di The Terribile sunrise e nella trasognata malinconia di Don't follow me (I'm lost), un duetto da pelle d'oca tra chitarra acustica e piano, contornato da eleganti arrangiamenti di fiati ed archi; o si distendono nella leggera melodia della splendida Valentine, o dell'autobiografica Visit me in Music City.
Nonostante il titolo, Let's rock and roll e Your adorable beast ricordano le originali contaminazioni dei Lambchop con una musicalità pop dai contorni eterei e rarefatti; Borrow Your girl accosta liberamente un canto springsteeniano, sonorità dilatate da cosmic country music ed atmosfere desertiche; mentre la ghost track sfuma di psichedelia i ruvidi contorni dell'alternative country.