Ha deciso che era il momento giusto per un break,
Kasey Anderson. C’è un tempo rallentato che è quello della profondità del folk e della roots music, ma c’è anche un tempo a spirale dove le cose tornano ma con intensità diverse, “
I wanted to make a rock ‘n’ roll record with my friends. I wanted to write ten good songs, put everyone in a room, and roll tape. So that’s what we did.” Il passo di
Kasey Anderson verso i
The Honkies mostra nuove ambizioni, rock e jam, niente di sperimentale, ma con le chitarre in continua distorsione. Questo è
Heart of Dog, un disco che ammette qualche pausa ma come ribadisce
Kasey Anderson: “
I was tired of playing solo shows and I was even more tired of the words roots & folk. I just wanted to make a rock ‘n’ roll record”.
Prendendo spunto dai racconti del giornalista russo e romanziere
Mikhail Bulgakov,
Heart of a Dog si addentra dentro storie di cuori infranti, amore e lacrime, dove regnano anche terrore e paura, sin dal lugubre splendore di
The Wrong Light, insieme alla chitarra di Andrew KcKeag, Kasey Anderson inizia a sottrarre aria, a soffocare le melodie dove manca la luce, e qui risiede la novità caratteristica di
Heart of Dog, perché come dimostra la piacevolezza del piano e dei fiati di
Mercy c’è sempre quella capacità di aggiungere melodia e ballate, da
For Anyone, a
Exit Ghost all’incantevole flemma di
Your Side Of Town.
Non sono poi sempre le stesse pedine, perché riesce a giocare su una griglia di suoni mai troppo rigida e al tempo stesso più ricca di possibilità per uno spirito più ardito a cui piace lavorare anche al limite: ecco rock&blues ariosi,
Sirens and Thunder,
Save It for Later e
Wrecking Ball, roboanti come
Kasey Anderson's Dream e
Revisionist History Blues, ma lo sfoggio di tale ipertrofia sonora non finisce mai per tradursi in rumorosi accumoli.
Kasey Anderson metabolizza il rock con i
The Honkies con una maestria, sensibilità e secchezza da riuscire a motivare l’evasione nel sogno di una passione istantanea,
Heart of Dog.