T-MODEL FORD & GRAVELROAD (Taledragger)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  28/02/2011
    

T-Model (all’anagrafe James Lewis Carter Ford) ha iniziato tardi la sua carriera, ha preso tra le mani la chitarra per la prima volta dopo i 50 ma solo perché era bloccato da altre faccende, dietro le sbarre con la catena al piede per omicidio. Ma l’ennesimo loser della tradizione americana vive in un mondo idiota dove conta solo l’energia, la voglia di rompere tutto per poi ricominciare da capo.
Quello che ha fatto con la propria vita Ford, un bluesman che predilige spazi atoni, sotterranei, clandestini dove scorrono le acque del Mississippi, del delta-blues alla Robert Johnson, figlio della Chicago di Muddy Waters. Nel 2008 la collaborazione con la band di Seattle della GravelRoad ha dato uno slancio in più e l’anno appena trascorso ne è una lampante dimostrazione: The Ladies Man, un blues acustico registrato live con una strumentazione all’osso, un tour tra clubs e festival, ha celebrato il 90° compleanno e si è sposato per la sesta volta con la compagna Stella (nome conosciuto ai fans perché gira di continuo nelle liriche delle canzoni).
Per chiudere il 2010 ha pensato di tornare in studio e realizzare un nuovo disco, Taledragger, un album elettrico, dove il blues diventa sporco, appiccicoso e ipnotico. La GravelRoad stavolta si presenta in tutto lo splendore chitarristico (insieme a Ford, c’è Stefan Zillioux e poi quelle acustiche di Matthew Smith e la slide di Mike Weinel). Il suono ne guadagna, si sente che sono più affiatati, i 150 spettacoli alle spalle son serviti eccome, ecco per iniziare un bel groove torbido di 7 minuti, la benedetta Same Old Train, a T-Model si affianca il piano di Brian Olive, in un brano che alla radio presenterebbero come “Jack Daniel’s Time!”, ideale per introdurre le donne che entrano ed escono di continuo da Taledragger, con la sorpresa di un sax in Comin’ back home che dona al brano una direzione e una autonomia decisamente personale.
Il lamento di Ford è continuo tra distorsioni chitarristiche Red Dress, Someone's Knocking On My Door e How Many More Years, il rock si fonde al blues, sperimenta in Big Legged Woman, “I can’t read, can’t write, can’t spell what I love” dice T-Model, ma fa della chitarra una delle condizioni della propria scelta stilistica, per lui parlano le corde e le canzoni, come I Worn My Body For So Long e la chiusura di Little Red Rooster, registrata da Howlin’ Wolf. “T-Model Ford is going to remember you sorry fuckers how it’s done”. Niente da dire!