ROB BAIRD (Blue Eyed Angels)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  30/01/2011
    

Cresciuto a Memphis ma texano d’adozione, l’alt. country o americana che sia per questo giovane ventitreenne sono come un motore e centro di propulsione per trovare melodie e parole che messe accanto alle tante di altre giovani promesse, lo fanno emergere per originalità e per il modo in cui le elabora, osserva e riflette attraverso la ballata elettrica, pronto a snaturarla per poi ritrovarla e ricrearla con la steel o il rock. 11 brani, un mucchio di note che diventano memoria in fretta e su cui preferisce entrare personalmente, Blue Eyed Angels racconta e vive di emozioni sparse tra viaggi per il Lone Star State, di sentimenti forti e scuri vissuti per anni sulla strada e ne riempie le liriche.
In Running Away canta “This town is bringing me down and there's nothing left to say” alla brillante Could Have Been My Baby, si riflette sulle donne con l’organo a saldare le giunture di Blue Eyed Angels e Louise: “We used a lot of pump organ on that song, and light train drum rhythm, but it’s way in the back. Simple sometimes takes a lot more thought than it sounds, there are a lot of layers there to make it sound so melodic.”
La forza di una ballata come Fade Away o della conclusiva Say Goodbye corrisponde al respiro dell’intero disco, non tanto per il pessimismo ma per un’asciutta analisi e una vitalità melodica invidiabile, dalla cadenza da storyteller rodato passa al countryman e al rocker con naturalezza, sentire la splendida accoppiata di Maybe Tonight e Here Comes The Day.
Texas rurale e il respiro della strada si scambiano le parti di continuo, tra Crash Hard, Let Me Down Easy e Lonely Road, riuscendo a far deragliare la facoltà dell’ascoltatore di assegnare allo spazio di Blue Eyed Angel coordinate precise e stabili. Procedendo ad ondate intermittenti, seguendo accensioni e correnti country, Blue Eyed Angel rivela tutta la logica delle intenzioni di un texano da tenere d’occhio, Rob Baird.