DELTA GENERATORS (Hard River to Row)
Discografia border=Pelle

        

  

  Recensione del  30/01/2011


    

Le sorprese di Hard River to Row nelle parole di Craig Rawding, voce e carisma della band del Massachusetts dei Delta Generators: “We have R&B, delta blues, heritage rock, Motown, ‘50s style rock and roll… all spread over 14 songs on this new album.” Aggiungerei lo spirito sudista che trasuda anche dalla chitarra di Charlie O’Neal’s (il fratello è al basso, chiude il batterista Jeff Armstrong, ma stavolta compare anche l’organo B3 di John Cooke) per il resto le differenze sono solo nei tempi, così diversi dall’ottimo Devil in the Rhythm: “We recorded the first album on our own, in two-weekend session and only had 12 or 13 songs to begin with, and felt only nine of them were ready to be released. So, it was an album of necessity, and we had very few choices or options”, dice Rick O’Neal mentre tra le note ammalianti di un’armonica bluesy, i germi dell’inquietudine arrivano in superficie, da cogliere però qua e là nel corso di Hard River to Row, placido in superficie, ma sotto la scorza pulsa la carica di brani come la splendida Too Many Cooks, e il tempo del rock non ha mai conosciuto un’accelerazione così sublime.
Con i piedi nel delta blues i Delta Generators realizzano un altro disco in apnea, le chitarre corrono veloci nella paludosa bellezza di Field And Plow a testimoniare un traffico pulsionale incontrollabile che nel ‘dirty’ blues/rock trova una possibile cristallizazione, altra perle Give Me Some, l’incendiaria Don't Uncork The Bottle e Canebrake, con vertiginosi cambi di ritmo. “Someday I’ll write a song so strong it will ease my pain” canta Rawding nell’incantevole Someday, una ballata che si sviluppa in forme abbastanza coerenti lungo l’arco dei capitoli di Hard River to Row, ed insieme alla dolcezza di Let The Boy Down Easy e Follow You Down ne evidenzia al meglio la personalità e gli stili che lo compongono, insomma blues a contatto variabile, sul cui interruttore la Delta Generators agisce ad intermittenze, l’armonica e l’incedere di Love You Tight poi spianano la luminosità e l’anima soul di Craig Rawding che viene fuori specialmente in Hardly Working.
Nel finale il fuoco del blues, dalla Reverend's Daughter (“Her body’s 18 but her minds much older than that”) a Coming Home: “Is one of my favorite songs to play live (at the end of the night). This song is just as much fun to listen to as it is to play, it has a psychobilly approach with great lyrics that-in a different context-could be considered a love ballad (I think)”, ma per chiudere compiono una torsione all’indietro recuperando la title-track e immergendola nelle acque del Mississippi, lì la Delta Generators trova la linfa vitale per regalarci fior di dischi!