ROB BLAINE (Big Otis Blues)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  30/01/2011
    

Rob Blaine, chitarrista-bluesman che suona dall’età di 15 anni tra Chicago e il Michigan, è al primo disco Big Otis Blues, uno di quelli a cui non è facile sottrarsi. La ‘trappola’ per l’ascoltatore è duplice: dall’iniziale Not The Forgiving Kind si riconosce e non si può dar certo per scontato i segni dello stile inconfondibile del blues, chitarre e sudore, poi dalla ballata di Only Mine -una perla-, la capacità di una personalissima rilettura del passato, basata sulla infinita combinazione di pochi essenziali strumenti capaci di avvolgerti e legarti alla poltrona.
Registrato per la nuova casa discografica, la Swississippi Records, Big Otis Blues attraversa il blues e il rock, e lo attraversa con una carica invidiabile, in Hour Glass Baby e Affection And Pain ne misura le distanze come se fossero due luoghi diversi, come tra una persona e l’altra, e quando diventano emozioni, sono di quelle capaci di arrivare al cuore con la splendida Same Old Blues, perfetta, non c’è dubbio.
Una strumentale Gone, Not Forgot a privilegiare la lap steel, l’acustico, accostata alla legnosissima Trouble, sembrerebbe troppo castigata, ma riesce a scaldare l’anima mentre l’altra principalmente ‘le orecchie’, ma Rob Blaine è uno di quei bluesman che non appaiono mai indecisi tra il tuffarsi nella malinconia del blues (incanta, nel solo di Can't Help But Wonder) riuscendo ad uscirne senza sgonfiare l’insieme tra virate chitarristiche che prendono fuoco rapidamente, Must Be Nice e Don't Burn Down The Bridges, a quelle in cui si prende tutto il tempo per respirare, l’intensa Find A Way e la conclusiva rivisitazione di Must Be Nice. Tanto è calibrato Big Otis Blues, tanto violenta è la tempesta emotiva che lo colpisce.