NATHAN HAMILTON (All For Love and Wages)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  26/02/2004
    

L'esordio di Nathan Hamilton, Tuscola, vedeva la luce giusto un paio d'anni fa e faceva immediatamente drizzare le antenne ai più appassionati cultori del songwriting texano, inserendo il suo nome nell'enorme bacino di outsiders prodotti di questi tempi dallo stato della stella solitària. Se il clima prettamente cantautorale e raccolto del suo promettente debutto aveva svelato un autore sensibile, con una misconosciuta e lunga gavetta alle spalle, in bilico tra sonorità folk e più ruspanti quadretti countryroots, il nuovo lavoro All For Love and Wages sembra ripartire da quelle salde basi per elettrificarle notevolmente, accentuando i toni desertici e taglienti della sua scrittura.
Il risultato è una classica iconografia di confine, countryrock spazzato dal vento ed arso dal sole dell'immenso Texas, ballate epiche e passionali popolate da storie di ordinaria quotidianità e ravvivate dai maestosi paesaggi della sua terra natale (è originario di Abilene): Nathan Hamilton non si vergogna di svelare le sue radici e lo fa con una emotività che non lascia indifferenti. Una produzione ridotta all'osso, asciutta e senza troppi orpelli, affidata allo stesso Hamilton in compagnia di Ted Cho ed una fidata congrega di amicimusicisti che lo seguono fin dagli esordi, tra cui spiccano le chitarre di Billy Grent Markus e la pedal steel di Kim Deschamps: tutto contribuisce al carattere forte e solitario di questa manciata di canzoni, a cui occorrerebbe una maggiore cura in fase di arrangiamento per far compiere al personaggio quel salto di qualità che meriterebbe.
Detto questo, non si può tuttavia ignorare il fascino fuorilegge di Dry River, ispida ballata country-rock dal passo sciolto che apre la raccolta e definisce senza troppi giri di parole lo stile romantico di Hamilton. Bottle In the Bathroom assume toni più scoppiettanti e Shape I'm In chiude il pregevole trittico iniziale, mantenendosi sugli schemi di un ruvido e saltellante country texano leggermente elettrificato. Wages "ruba" voce, poesia e cifra stilistica al migliore Lyle Lovett, che ritorna come un fedele compagno d'ispirazione anche nella tenera Thing of All Thing, nonostante sia l'anima rock di Nathan a prendere il sopravvento nel resto del disco, nei vortici elettrici della cruda Get it Right o nell'incedere southern della lunga cavalcata di Bed Clothes.