Loz Netto è inglese ed ama il blues. La sua storia racconta di esperienze nei pub di Londra ed un paio di dischi che lo hanno portato a solcare i palchi negli Stati Uniti con tappa importante a New Orleans, dove il carattere del chitarrista sembra essersi formato. Dai ricchi anni 90’ a periodi in cui non tutto è filato liscio (molte produzioni televisive) tanto che era dal 2001 che la
The Loz Netto Band non incideva un disco, e
Bridge of Dreams rappresenta in qualche modo il percorso di crescita del ‘chitarrista’, un disco di blues elettrico e vibrante ma con solo 3 canzoni originali e ben 6 le cover registrate live in studio.
Nessuno più di chi scrive è sensibile a questo tipo di angolazione nella rilettura di brani del passato, ma per Loz Netto l’adattamento sonoro è sinonimo di originalità rispetto al brano originale, alla ricerca di un espediente più consono al feeling del blues, allora la
The Loz Netto Band ha trovato il pregio della chitarra e
Bridge of Dreams non poteva che iniziare con una strumentale, breve, ma che serve a creare l’atmosfera giusta. E via con le cover: affonda nel paludoso blues del delta, per il classico
This Is Hip di John Lee Hooker, gran lavoro ad una slide fumante e continua con un contemporaneo, Keb Mo e la rilettura pregevole di
Am I Wrong.
Accoppiata per i Little Feet con le splendide
Dixie Chicken e
On Your Way Down, brani che si arricchiscono di riffs illuminanti, bagliori melodici sempre percorsi da una cupa tensione che non cede mai il passo al semplicismo e la forza del blues mantiene alto il gradimento delle scelte di Bridge of Dreams. Tra i 70’ e i ’60 pesca il Bill Wither di
Use Me Up, 8 minuti di sano amore chitarristico che riserva anche al Johnny Cash di
Get Rhythm, un rockabilly impastato di blues e anima del mississippi che colora e sfuma nel finale degli altri due brani originali, ovvero
Wild e
What U Dun.
Bridge of Dreams è uno di quei dischi che sembra fatto per entrare come riempitivo in un’onesta discografia, ma a sentire la qualità dei brani affiora la speranza che la
The Loz Netto Band sia destinata a una lunga vita.