KEVIN SEALE BAND (Tore Up in Texas)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  31/10/2010
    

Kevin Seale arriva da una piccola cittadina nel cuore del Texas, lì batte il cuore genuino e passionale del texas roots, quello racchiuso in amorevoli quadretti di periferia battuti dal sole, dove la birra non manca mai lungo strade impolverate che insieme alla band percorre di continuo avanti e indietro. Le redini sulle spalle di questi ragazzi sono ben strette e dopo l’ottimo esordio di Rambling In My Blood, non si sfilacciano in questo secondo disco, sempre indipendente, Tore Up in Texas: "That's what Texas Music is all about, stories of your past and present. My style is what I call 'Outlaw Music'". Tutto vero, le parole di Kevin Seale ritrovano riscontro anche nelle nuove 10 tracce, l’abilità della band è ancora altissima e la partecipazione è sincera, Tore Up in Texas è un misto di verace roots, steel guitars e sapori honky tonk alla texana a completare un disco che impasta suggestioni western a richiami e riferimenti tipici da saloon, alcolico quanto basta seppur più riflessivo, ma la miscela finale è vincente e confluisce a Tore Up in Texas quel taglio classico, dalla struttura solida, che lo rende godibile dall’inizio alla fine.
La Kevin Seale Band non rinuncia alla telecaster, sempre in prima fila, dal lento incedere della deliziosa Down Home With You butta nel mucchio un sacco di cose ma tipiche degli scenari del Lone Star State, confermando la scelta chitarristica come base principale su cui dispiegare temi e storie, tra donne, whiskey, boots e desideri, dove il piacere delle melodie è sempre efficace come nella pastosa bellezza di Colorado River Blues, Stan Scantling alla steel guitar è sempre in gran forma mentre Kevin Seale canta “I’m just sittin’ in the river, baby, with a cold beer in my hand… yes, i am”. Raccontano con naturalezza di vita di fattorie e ‘Texas Sun’, alla slide di una deliziosa Good Ole' Days ci si abbandona come al piacere della storia della ruspante e splendida Country Out of Me, puro texas-roots dove stanno a cuore essenzialmente la vita della ‘small people’.
Sussulti bluesy in Tore Up In Texas, la title-track, ma il saggio chitarristico agreste la fa da padrona con sprazzi honky-tonk che tendono a vivacizzare la parte finale, tra le festose, danzerine e godibilissime Standing Tall, Why Not Me e le ‘sacre verità’ di Learn A lot From Your Ex Wife, con nel mezzo la meravigliosa ballatona di The Waltz, sapori di confine, violini e slide. La Kevin Seale Band riesce così a filtrare i dettami e le storie del country tradizionale con la scelta di uno stile schietto e chitarristico -evitando ogni forma di compiacimento-, una scelta che ripaga come quella di chiudere Tore Up in Texas con la splendida e rozza I Reckon: gli angoli del country saltano, le chitarre si moltiplicano, ma resta sempre quel perentorio ‘sopra le righe’ tipicamente texano a far da collante. God Bless Guitars & Texas Roots!