Alla nuova generazione del movimento red-dirt i
Willie Stradlin rappresentano quelle bands che sono già se stesse al primo o secondo disco, e forse non cambieranno mai (speriamo), oramai le premesse sono diventate certezze a sentire il nuovo
1000 Miles Away. ‘
Whiskey Bottle, smokey bars…’ cantano nella notte della ruvida
Killing Me, dentro al piacevole flusso adrenalico della strada, del rischio e dell’avventura, c’è tutta la poetica ‘fuorilegge’ della band dell’Arkansas capitanata dalla voce di Health Molton e dalle chitarre di Jim Stengel.
Nella benedetta
Best I Ever Had la storia è tutta da rileggere, ma anche nel suo farsi tra una città e un’altra, di soldi che non ci sono, ma con la voglia di chi ha deciso di andare avanti comunque,
1000 Miles Away è un’altra red dirt rock ballad di spessore, si aprono ancora le porte della strada e si spalancano squarci paesaggistici affidati anche alle corde di Stengel, rimarchevoli in
When Love Comes Around o quando tiene in piedi
Leave Me Alone, un pochino scialba e radiofonica come
Never Get Lost.
Ma come dimostra l’accoppiata di rock&roots di
Ain't That a Shame e
8 MPG soffia sempre l’aria salutare del Texas e i
Willie Stradlin la lasciano entrare come un soffio potente per un distillato di canzoni che portano con sé sempre un’ombra di originalità. Le ballate invece velano
1000 Miles Away, lo dirottano, lo strattonano e lo rinnovano come nell’intensa bellezza di
Waiting on You e della conclusiva e polverosa
Southern Tune proprio nel momento in cui sta fermo con decisione su una certa via, quella dove pullulalano barrooms e dancehalls, l’ideali per apprezzare la carica trascinante di brani come
Don't Wanna See You There.
1000 Miles Away rappresenta la natura dei
Willie Stradlin che tende con efficacia a sdoppiarsi fra nobili sentimenti e le pulsioni della strada.