JARROD BIRMINGHAM (Jesus & Johnny Cash)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  31/08/2010
    

Sono passati 4 anni da No Apologies, Jarrod Birmingham si ripresenta nel segno di Jesus & Johnny Cash, un quinto disco ricco di buone intenzioni e al fondo veritiero perché non risente degli impacci che spesso caratterizzano i dischi di vuole restare agganciato alla tradizione e al tempo stesso superarla con slanci di cuore e chitarre: “It's by far the best I've ever done. It's more mature. There's no mad songs, I'm not flipping anyone off. It's a regular life CD" precisa Jarrod, aggiungendo, "With this one, I spoke more with my heart than my mind."
In effetti Jesus & Johnny Cash è un disco dai colori texani densi e bruciati a cui si accompagnano canzoni sentimentali e ballate, le due facce di un country vissuto da sempre con cuore, e adesso dopo un bel girovagare pronto a sfogliarlo in questi 13 brani: l’inizio è ruspante con Jesus & Johnny Cash, la title-track, e That's What Dancers Do a mettere insieme scene spensierate di periferia ma anche storie di cowboy (cantate anche da Kevin Fowler) e di vita come semplice successione di vuoti (mai stato, mai visto e così via) riempiti dagli affetti, dai sorrisi, da ‘Jesus & Johnny Cash’ e dai pensieri della splendida ballatona di Whiskey Thinkin', che passano come se già non ci si ricordasse che stanno passando, potere del Whiskey.
Jarrod Birmingham le alterna con efficacia alla dolcezza di bellezze di provincia, tra l’instrospezione ed il malinconico -Think About You, House of Stone, Nobody Knows e December Gone- con un country&slide che fa comunque luce, produce lo stesso chiarore di honky tonk mossi come Pure Blue Heartache e la deliziosa Damn Good Time (con la special guest, Chris Wall). Jarrod sfreccia nella no man’s land americana con quella perla country/roots di Live To See Another Days o col rock di There You Are, da un’umanità disgregata, sconnessa, si porta dietro frammenti di saggezza e poesia, quella di Pat Haney -un gran songwriter di cui si sente la mancanza- stavolta tocca alla splendida Nursing Home Song, un racconto triste, di solitudine e di vecchiaia.
La stessa che Jarrod Birmingham spalma nella meravigliosa bellezza acustica della conclusiva Nothing To Prove. Ci si può fidare dei sentimenti? Siamo sicuri che non ci voltino le spalle nel momento peggiore, trasformandosi in qualcosa che non avevamo previsto? Non sarà la soluzione, ma a volte Jesus & Johnny Cash possono bastare.