Sono passati 4 anni da
No Apologies,
Jarrod Birmingham si ripresenta nel segno di
Jesus & Johnny Cash, un quinto disco ricco di buone intenzioni e al fondo veritiero perché non risente degli impacci che spesso caratterizzano i dischi di vuole restare agganciato alla tradizione e al tempo stesso superarla con slanci di cuore e chitarre: “
It's by far the best I've ever done. It's more mature. There's no mad songs, I'm not flipping anyone off. It's a regular life CD" precisa Jarrod, aggiungendo, "
With this one, I spoke more with my heart than my mind."
In effetti
Jesus & Johnny Cash è un disco dai colori texani densi e bruciati a cui si accompagnano canzoni sentimentali e ballate, le due facce di un country vissuto da sempre con cuore, e adesso dopo un bel girovagare pronto a sfogliarlo in questi 13 brani: l’inizio è ruspante con
Jesus & Johnny Cash, la title-track, e
That's What Dancers Do a mettere insieme scene spensierate di periferia ma anche storie di cowboy (cantate anche da
Kevin Fowler) e di vita come semplice successione di vuoti (mai stato, mai visto e così via) riempiti dagli affetti, dai sorrisi, da ‘
Jesus & Johnny Cash’ e dai pensieri della splendida ballatona di
Whiskey Thinkin', che passano come se già non ci si ricordasse che stanno passando, potere del Whiskey.
Jarrod Birmingham le alterna con efficacia alla dolcezza di bellezze di provincia, tra l’instrospezione ed il malinconico -
Think About You,
House of Stone,
Nobody Knows e
December Gone- con un country&slide che fa comunque luce, produce lo stesso chiarore di honky tonk mossi come
Pure Blue Heartache e la deliziosa
Damn Good Time (con la special guest,
Chris Wall). Jarrod sfreccia nella no man’s land americana con quella perla country/roots di
Live To See Another Days o col rock di
There You Are, da un’umanità disgregata, sconnessa, si porta dietro frammenti di saggezza e poesia, quella di
Pat Haney -un gran songwriter di cui si sente la mancanza- stavolta tocca alla splendida
Nursing Home Song, un racconto triste, di solitudine e di vecchiaia.
La stessa che
Jarrod Birmingham spalma nella meravigliosa bellezza acustica della conclusiva
Nothing To Prove. Ci si può fidare dei sentimenti? Siamo sicuri che non ci voltino le spalle nel momento peggiore, trasformandosi in qualcosa che non avevamo previsto? Non sarà la soluzione, ma a volte
Jesus & Johnny Cash possono bastare.