ALEJANDRO ESCOVEDO (Street Songs of Love)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  31/08/2010
    

Street Songs of Love: ovvero lungo le misteriose e contraddittorie strade dell’amore dove la parola Love la si può trovare ovunque, Alejandro Escovedo non cambia compagnie, viaggia con la stessa produzione (Tony Visconti) la stessa band (i Sensitive Boys) di Real Animal.
Va bene, non tutte le canzoni abbagliano come nel precedente disco, eppure il compito di chi cerca nuove sollecitazioni e nuovi stimoli è stato coronato con un altro grintoso disco di rock. Suoni aspri, angolosi, attacchi decisi di David Pulkingham alla chitarra e anche quando non si parla dell’amore, le parole ne sono circonfuse merito anche di Chuck Prophet con cui Escovedo ha scritto Streets Songs of Love: splendida l’apertura di Anchor con questo continuo oscillare su una definizione ‘I’m in Love’, questo danzare sulla melodia, sui cori, su riff graffianti, la forza anche di brani come Silver Cloud, della brillante This Bed Is Getting Crowded o della roboante Tender Heart, l’amore sarà anche un casino, ma con Escovedo lo si lascia andare, tanto niente è certo, tutto è forse, bisogna nuotare e godere nel forse, tanto di sorprese ce ne sono sempre lungo le Street Songs texane, dove sorge spontaneo un certo entusiasmo.
Non ci sono sbalzi, ma nemmeno basse concessioni al gusto omologato quando la ballata entra in scena, lugubre bellezza per Tula, tributo allo scrittore del Mississippi Larry Brown, o con l’amico Ian Hunter che aggiunge la voce nell’intensa Down in the Bowery, brano sul figlio, sui giovani 17enni e nervosi, dove vibra anche qualche corda sentimentale come in After The Meteor Showers e solo con Fall Apart With You scatta una sterzata sperimentale pop-melodica che ha bisogno di più di un ascolto (coretti anni ’70 mentre Escovedo canta “She cries when she here's Johnny Cash”), alla fine modifica, ma solo di poco, la prospettiva dell’ascoltatore su Streets Songs of Love.
Ma d’altronde Escovedo non è tipo da lasciarsi bloccare dall’ansia di stare sul limite fra ciò che piace o non piace al pubblico, ma comunque nel finale torna a ruggire con Undesired, Shelling Rain e soprattutto quando con Bruce Springsteen nella spiritata Faith, insieme cantano: "You gotta have faith / In the broken and torn / You gotta have faith / In the love that's reborn", senza dimenticare l’amico Stephen Bruton, suo partner negli anni ’90, nella toccante strumentale in chiusura, Fort Worth Blue.
Lo stile di Alejandro Escovedo è sempre riconoscibile, aggiunge un’ambiguità seducente ma su Street Songs of Love lavora di cesello, sfumando ogni contorno all’astrazione di un rock capace ancora di suscitare interesse.