CROSSING TYLER (Welcome to Our Good Times)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  31/08/2010
    

Disco d’esordio per la band di San Angelo, produzione dell’esperto Bart Rose (che suona anche la steel guitar), Welcome to Our Good Times è un disco dalle due facce, nessuna forzatura o ridondanza quando si tratta di lasciar andare la telecaster, molto meno quando tocca esibire il sentimento, e lì francamente appare liquidabile come una mera strategia affabulatoria: i violini e il ruvido roots texano di I Might Tonight si scontrano con il piano della ballatona di Hello Baby e come I'll Take the Lead e My Turn to Play si rivelano stomachevolmente confettate, tanto che la melodia risulta talmente zavorrata che nemmeno dai tramonti di Texas arriva qualche sprazzo di originalità, sostanzialmente anonima e mainstream come le altre (si salvano solo i violini di Green Eyed Angel).
Così nonostante, i guizzi vibranti di brani sciatti, trasandati di provincia che cercano di descrivere con l’acustica bellezza della conclusiva Bad Side o della splendida e vibrante The River, alla slide malinconica di I Don't Give A Damn che mostra più di un profilo, corturbante e affascinante allo stesso tempo, tanto da fumare nella vivace Smokin Hot, alla fine Welcome to Our Good Times non riesce mai a librarsi in volo. Resta qualche sorriso e una scrollata di spalle. Come giudizio non è un granché, ma è il massimo che riesce ad ispirare il disco dei Crossing Tyler.