STATESIDE (Phonograph)
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  Recensione del  30/06/2004
    

Non fosse stato per l'adesivo che annunciava a chiare lettere la partecipazione di Ryan Adams al disco, Twice as gone l'esordio degli Stateside sarebbe scivolato tranquillamente nell'anonimato, perso tra le decine di rock bands che affollano il panorama indipendente americano. La loro breve storia infatti sembra ormai scritta centinaia di volte: la band si forma inizialmente a Nashville, dove il leader John Paul Keith si è fatto le ossa suonando con V-Roys, the Nevers ed appunto Ryan Adams, che offre il suo contributo all'esordio.
Purtroppo dopo la pubblicazione dell'album qualcosa si inceppa e Keith scioglie la band per trasferirsi a Birmingham in Alabama, dove ricomincia tutto da capo. Nel giro di qualche mese riesce a rimettere in piedi gli Stateside con musicisti locali e dopo aver rodato la nuova formazione con un tour sulla East Cost ed in Inghilterra, pubblica il nuovo album Phonograph, un sanguigno concentrato di rock 'n' roll sporco e stradaiolo con chitarre graffianti e ritmiche in levare. I punti di riferimento sono bene o male quelli che hanno ispirato più di una generazione di giovani rockers: i riff degli Stones, il tiro della E-Street Band, la grinta di Tom Petty, lo spirito ribelle dei Replacements.
Benché sia evidente qualche elemento roots, gli Stateside non suonano propriamente Americana, ma sono una rock 'n' roll band di stampo classico, capace di far passare un brutto quarto d'ora ai vostri vicini di casa. Questi quattro giovanotti sanno come far ballare le ragazze e mettono in scena uno scatenato rock 'n' roll dalla ritmica potente, in cui le chitarre viaggiano sparate quasi fossero su un'autostrada nell'iniziale Fool on a wire; si sintonizzano sulla stessa lunghezza d'onda dei riff di Keith Richards in Time Time Time; o scatenano un pandemonio in Belle of the ball.
Con un paio di belle ballate, come Light years away o la melodica I don't mind, gli Stateside allentano la tensione e rispolverano le radici nello splendido country folk di Stranded, composizione acustica sfumata dal suono della steel guitar e dell'organo. In definitiva gli Stateside non sono la fotocopia di nessuno, perché non basta il riff di Jumpin' Jack Flash per scrivere una grande canzone, e in Phonograph di canzoni che rivelano le radici giuste, ottime doti di scrittura ed una certa personalità, ce ne sono parecchie.