DARRELL SCOTT (A Crooked Road)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  01/08/2010
    

La scelta di un album di cover, Modern Hymns nel 2008, non aveva spaventato i fans, capaci di apprezzare il modo in cui aveva riplasmato quei successi non limitandosi a riarticolarli su facili effetti e melodie superficiali. Anche perché Darrell Scott quando appariva in ospitate radiofoniche e televisive precisava che quel disco non era stata una scelta banale e scontata per semplice mancanza di ispirazione, ed infatti come testimonia A Crocked Road, di canzoni in cascina ce n’erano fin troppe: un doppio cd per 20 brani!
Registrato nel suo studio di Nashville, è il quinto disco per quanto riguarda i solo brani originali (8 in totale da solista), ballate tra americana, folk e tradizioni quasi ad abbracciare gli esordi dei primi due dischi prettamente acustici, ma senza dimenticare l’elettrico che non resta sulla soglia di A Crocked Road solo perchè al multi-strumentista Darrell Scott piace suonare dobro, cello, basso, batteria, insomma non si è dimenticato delle percussioni. Dalla title track in apertura del primo cd, snocciola un elegante e classico stampo folk in cui si crogiola la metafora della strada, su cui costruisce canzoni lineari e romantiche, senza che esse flertino troppo con i clichè, una delicata bellezza spalmata sull’elettro-acustico, su quello che resta di lunghe strade dove durante il cammino si può scorgere solo “…the straight and narrow, When I walk a crooked road”.
Filosofeggia in entrambi i dischi, dai 6 minuti di Colorado, a Oh Sweet Longing, alla deliziosa The Day Before Thanksgiving, molto meditative ora con lap steel ora con mandolino roots, assesta vampate elettriche tra la ricerca di se stesso alla soglia dei 50, analizzando le relazioni affettive con figli e moglie, con cui si dividono gioie e dolori (la storia di un matrimonio -e non solo- nella splendida leggerezza folk-roots di Long Wide Open Road). Strade musicali che lo hanno portato lontano dai propri cari, Tonight I'm Missing You al “I’ve missed Father’s Days and birthdays” come canta nella struggente A Father’s Song, baciata dal piano come in The Open Door.
Tra un paio di brevi strumentali per disco (Alton Air e Pester Lester contro Some Other Time e Willow Creek), si prende tutto il tempo per viaggi nella memoria come in quella perla di Take Me Back To Yesterday, nell’amore di This Beggar's Heart, a Candles In The Rain (Childless Mothers) cantata dalla parte di una donna che vive di passione, come uno spirito libero, nel bene e nel male: “Childless mothers don’t need pity / Childless mothers don’t need blame / No, we beg our own pardons and rake our rock gardens / and carry on past the need to explain” raggiungendo vette melodiche con For Suzanne, un omaggio non solo ai suoi idoli.
Quando la band trova il tempo di attaccare la spina, ci si gode del suono delle chitarre, da Where the Spirit Meets the Bone alla luciferina Snow Queen and Drama Llama, vivaci come l’organo dell’intensa Love's Not Through With Me Yet anche se il giusto finale a A Crocked Road non poteva che essere rappresentato da un brano meraviglioso come This Time ‘Round: una ballata come una sorta di immagine della vita vissuta sulla strada negli ultimi decenni da Darrell Scott (“There is no need to damn me / I will go where I must go”).