Quinto disco per gli
American Aquarium (nome preso da un verso dei Wilco in
I Am Trying To Break Your Heart),
Small Town Hymns abbassa i toni dell’indie rock del recente passato e fluidifica l’approccio all’alt.
Country, non sminuisce, anzi rafforza la maturazione del frontman Bj Barham quando si cala negli scenari tranquilli, isolati, malinconici, immersi nella slide, mandolino, banjo e violini. Bisogna aggiungere l’altra faccia di molte ballate, il paesaggio è soltanto la cornice quieta e impassibile entro la quale irrompe la figura femminile, a cui il disco viene in parte dedicato.
Una scultura temporale con intervalli mistici in
Hurricane (‘
my Hurricane’ canta Barham), di donne al veleno, le vipere della saltellante
Rattlesnake, sparite via in
Gone Long Gone a cui dedicano romantici e sofferti ricordi nella conclusiva
Hard To Quit o richieste in
Coffee & Cigarettes e nell’accorata
Meredith dove canta “
I’ll change for you”.
Ma nella stagnazione, nella desolazione esistenziale gli
American Aquarium non si impantanano a sentire lo splendido roots-rock di
Nothing To Lose, nulla impedisce di abbandonarsi piacevolmente al fato con solo qualche soldo, un paio di boots e una macchina per correre veloce sperdendo ogni traccia del passato verso la realtà della provincia del Sud, l’acustica
Reidsville, l’immagine di una piccolo cittadina della Carolina, tra Ford e Cheavy che minacciose ne attraversano le strade in un venerdì sera nelle speranze di un diciottenne che cerca di lasciarsi tutto alle spalle.
Sempre in acustico,
Water In the Well è scura e dolorosa come il banjo e il mandolino che ne solcano la melodia struggente scritta per un vecchio patriarca georgiano a cui hanno tolto tutte le sue terre, si aggiunge il piano e violino nella splendida
Brother, Oh Brother, soldati e la guerra che tutti mastica e sputa. Ci sono immagini che restano appiccate alla memoria in
Small Town Hymns, un disco snello, senza tanti fronzoli, essenziale, ma allo stesso tempo inquieto e per nulla riconciliante.