Il paesaggio agreste della
The Captain Legendary Band a quattro anni dal sopraffino
My Saving Grace, geograficamente non è più connotabile solo nelle dolci e soleggiate vallate texane, le storie di Charlie Hager e Dustin Logan si fanno vettore di traiettorie aeree sconfinate in bilico tra i sentimenti e la vita on the road, aggiungendo maggiormente l’istinto appassionato del rock, tanto da donare a
Smoking Barrel lunghi momenti di emozioni sottili ed impetuose.
Un fluire incessante di chitarre ma avendo cura di recuperare sin dalla splendida
Brothers gli spazi del western, tanto da accentuare quel respiro epico a cui restano affezionati (i primi bagliori nell’esordio roots di
Those Songs), da un vecchio vinile gracchiante la dimensione di un racconto di vita e fede dove si coglie tra una sorte di cupezza malinconica, l’amore per il country. Aggiungiamoci il saper scrivere canzoni capaci di scuotere dal torpore morale, di scegliere la cover giusta (la splendida
North East Texas Women e la telecaster fuma davvero -anche quella di Aaron Bancroft, l’unica novità nella line-up- tanto che la nuova versione del brano di Willis A. Ramsey è decisamente più mossa, rotta e sobbalzante), e non ultimo, una serie di solide rock&roots ballads coi fiocchi,
Moonshiner's Prayer,
Another Fall e
Back Home, a giusta dimostrazione che lo spirito di
Smoking Barrel soffia dove vuole, e non solo nella direzione di un’angoscia affogata nel whiskey.
Bastano questi brani per testimoniare che la
The Captain Legendary Band con i fondamentali ci sa fare… restano poi salti improvvisi come nelle scoppiettanti
Flyin' e la strumentale
Harry the Beast Stomp, grintose, a mostrare una buona dose di temperamento sparsa sulle highways dove affiorano toni e densità tipicamenti texani, tra diavoli e slide robuste che si compenatrano l’uno nell’altra, ecco una serie di perle rootsy da
Down, a
Cocaine Afternoon ai cowboy/hippie della notevole
Lost in A Song, classico brano da barroom polveroso avvolto da sette minuti di riff, dall’armonica di Jason Spencer e da un piano frizzante. Suoni densi come una paletta cromatica, ‘colori’ saturi e vibranti, intensi e sgargianti come la slide che accompagna la deliziosa
Alabama Woman, di quelle che non provocano certo mal di testa a sentire come può essere carezzevole nella struggente ballatona country-roots di
Close My Eyes.
Things, in chiusura, è l’unica che disiorenta un tantino, ma concedetele una cinquantina di secondi e non ve ne pentirete…
Smoking Barrel si chiude con i sette minuti tuonanti della title-track, pura magia chitarristica che possiede la stessa semplicità e la stessa trasparenza di un disco scritto tra terra e cielo, ovviamente Texani. Caldamente consigliato!!