Registrato nell’arco di quattro consecutive date tra il Colorado (al The Aggie Theatre di Fort Collins, al ghiaccio del MusicFest di Steamboat fino a Denver) e il Wyoming del Cowboy Saloon di Laramie,
Jason Boland & the Stragglers hanno deciso appositamente di allontanarsi da casa (e d’altronde 200.000 dischi li hanno venduti lontano dal Lone Star State): “
It’s away from home, a little bit different weather-wise (and the) geography. But where can you have all your core fans that far away from home and in a different setting, and maybe pick up a different vibe? That’s what we were going for”.
Ma prima di passare il confine, alcuni membri della band erano stati arrestati per possesso di marijunana trovata sul loro bus mentre viaggiava per il South Texas, una di quelle strane e assurde coincidenze che non hanno impedito il decorso del nuovo disco dal vivo (“
We’re not criminals, we’re a band. Therefore, we’re not really any trouble”), dopo il
Live at Billy’s Bob Texas del 2003, ecco gli ultimi sette anni dei loro successi raccontati in
High in The Rockies, A Live Album con un paio di nuove canzoni e omaggi doverosi.
Doppio cd e dvd non solo per i fans, 19 canzoni con la splendida
Hank a presentare subito la slide guitar di Roger Ray, lo zoccolo duro della band –insieme dal 1998, con l’ultimo arrivo di Noah Jeffries al violino e mandolino, da ‘soli’ sei anni – la vera forza di
Jason Boland & The Stragglers, è questa longevità, questa coesione, tutti insieme ad ascoltare i loro classici con del sano country-roots e bastano per introdurci nel cuore di
High In The Rockies: gran bel mandolino in
No Reason Being Late e
Up And Gone,
Alright che oltre a Cody Canada ricorda le tradizioni omaggiate poi col due belle versioni,
Tulsa Time di Don Williams e
Rainbow Stew di Merle Haggard. Punti alti naturalmente quando tocca
Comal County Blue, title-track compresa, a
Bourbon Legend, alla meravigliosa
Bottle By My Bed e i problemi da alcolismo.
Country energici deliziosi da
Down Here On Earth, a
Blowing Through The Hills,
Time In Hell a
No One Left To Blame fino a rivisitazioni marchiate dallo stampo ‘
Jason Boland & The Stragglers’, ovvero
Backslider Blues,
Jesus And Ruger e
Gallo Del Cielo di Tom Russell, tanto che difficilmente le si possono definire cover. La qualità di
High in The Rockies, A Live Album sta soprattutto in questo saliscendi, nel modo di aggirarsi fra tanti successi di anni e autori diversi, con l’esperienze da rodata country live band li seguiamo fino in fondo, saltellando tra
Rainbow Stew mentre la festa non vuol proprio finire,
The Party's Not Over, ad
If I Ever Get Back (To Oklahoma) fino alla meravigliosa
Outlaw Band, dove il suono del violino sale insieme alla voce di Jason come in un lento zoom su un'oggetto sfocato di cui lentamente notiamo la fisionomia, quella di un grande band texana:
Jason Boland & The Stragglers!!