WASHERS (Devil's Name)
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  Recensione del  03/07/2010
    

Da East Bernard, Tx, Matt Kopycinski e Rio Tripiano (voce e chitarra) danno l’impressione di seguire il percorso lineare del country-roots dei defunti Wright Remedy, ma il nuovo progetto The Washers si contraddistingue anche per una serie di blocchi pesanti che si giustappongono e si frappongono tanto da costruire un disco instabile dove il sommovimento tellurico di Devil's Name piacerà agli amanti del rock chitarristico.
Da una parte il fascino di Too Late for Love scolpita a suon di riff nel marmo che racchiude un messaggio d’amore, dall’altra la title-track, una ballatona rock&roots deliziosa che vive sulla base di poche convinzioni, sotto la crosta dura resiste un orizzonte alto di ‘ideali’ e di cose semplici. Un mix che funziona, dal tenace rockaccio di Rise N' Shine alla dolcezza elettro-acustica di brani come Used to the Feeling e Endless Reunion, spirito texano tra whiskey e vita spensierata on the road che raggiunge punti alti con la ballata elettrica di EB (Home) e la splendida Pretty Girls, dove le belle donne amano stringere tra le mani una ‘fottuta’ bottiglia di whiskey e amano la jam.
Certo il lato messicano e le trombe dell’intro di Black to Blue fanno intravedere strade ancor più intriganti, per adesso alzano polvere nella pastosa periferia nei dintorni di Corpus Christi, con solo una manciata di dollari in tasca, ma tante chitarre a macchiare di rock anche un’altra perla stradaiola come la sfrenata Rhythm of the Room, e i The Washers che jammano si fanno ancor più voler bene quando decidono di chiudere Devil's Name con la live song di Shiner Bock Beer Song, meraviglioso viaggio nel Texas festaiolo delle dance hall e via allora ai ricordi...
E seppur a fatica, riescono a scansare le tante immagini della borghesia dei Suv, degli arredamenti da architetti, delle chiacchiere futili, etc. etc.