‘
Give me back my money’ canta
Jason Elmore e il ‘rumore’ della chitarra inizia a salire, dolcemente, amplificandosi e scontrandosi con quella sensazione che dopo un paio di istanti dall’ascolto di
Dusk Till Dawn si avverte: un trio potente che sa come suonare del buon hard blues e rock n’ roll. In effetti questi ragazzi del Nord del Texas al disco d’esordio -molto apprezzato nel nostro continente, Regno Unito- intitolato
Upside Your Head, sanno come ammaliare ed affascinare, un continuo vibrare (da
Big Money Grip a
Drag Me Down, le chitarre mordono sempre e comunque, dal classico di
Black Widow alla jam magnetica di 6 e passa minuti di
All It Does Is Rain), tanto che se proprio vogliamo trovare un difettuccio ad
Upside Your Head e che dovrebbe essere ancora aggiustato, è quello di una mancanza di un bilancino, che gli permetta di tarare l’insieme di stili e di limare il superfluo.
I ruvidi bluesacci di
Road To Ruin e della splendida
6 Foot Down vengono ribaltati dagli acuti rock di
Dracula Bite, cupissimi in
Wash My Hands Of You e
Nobody Knows, mentre da contorno funge il pop con riminiscenze anni ‘70 di una
Evil che resta piacevole, ci mancherebbe altro, ma dannazione rischia di impallare la linearità musicale dell’intero
Upside Your Head quando ci infila la fisa, tra la breve strumentale di
Red River Valley e una meravigliosa
World Of Trouble. Restano piccolezze, d’altronde è texano, alla fine lo stile è sempre riconoscibile ed è quello che conta, come nella bellezza del bluesy/roots acustico in chiusura di
That's The Way It's Got To Be. Promosso!