La musica di
AJ Downing continua ad unire l’amato Texas alle vallate sconfinate che confinano con il Messico, “
This chapter two of my quest to change my priorities” -precisa AJ, “
to put the music first. I'm on my ‘Way Back Home’” come se la prima (l’ottimo
River of Life) fosse stata una prova generale a questo nuovo lavoro, più completo e vario, oltre alle immancabili ballate, alla dolce fisa, c’è un taglio da honky tonker continuamente ribaltato da repentini elementi di coesione affidati alle chitarre pronte a mettere in discussione difficili scelte di vita, di amore, con quel senso di riscatto di chi difende tutto ciò in cui crede anche se sbagliato.
Way Back Home –la title track- presenta immediatamente la
The Buick 6 (Jordan Tietlebaum-batteria-, Steve Sarber –guitar-, Andrew Carrell –basso-, Tamineh Guaramy –violino e coro-, Carrie Downing –coro-) che con la spumeggiante
Ann Marie aprono continuamente a percorsi laterali lasciati in passato fuori campo ma che stavolta nello lora presenza non mancano di sfrangiare la direttrice principale delle sue ballate, lasciando acquisire una struttura centrifuga alle sue storie descritte da piccole gemme rootsy che partono dalla bellezza di
Pickin Up The Pieces, la slide e la fisa si scambiano di posto ma il risultato non cambia nella splendida
Don’t Cry Maria, struggente e appassionante ritratto di solitudine in cerca di amore, elettrificata a giuste dosi o scegliendo una seducente quiete acustica come nella ballatona border di
Trouble Town e in
River in the Rain.
Canzoni che restano nella testa dell’ascoltatore come un piacevole ronzio passando per i ricordi della commovente
Chisolm County, un distacco doloroso alla conquista della propria personalità, consumata anche nella malinconia dell’armonica della meravigliosa
Old Ways, aggiungendo quel tocco delicato su un microcosmo di perdenti felici che costituisce l’altra faccia di
Way Back Home a cui dedica la scossa sempre macchiata di country di
Rockin Little Rebel, alla faccia di una realtà schematica e obbligata, senza via d’uscita, in cui la bontà assomiglia pericolosamente all’omologazione, ‘
wild and free’… bene, da qui in avanti prosegue l’anima da honky tonker, si mischia alla slide nella bizzarra
Facebook Song, ai violini nella festaiola
Freeze, alla fisa e alla fede nel signore di
Solid Ground, lasciando la chiusura alle strade sconnesse di
Number 9 Blues, un paesaggio intricato di connessioni instabili e riff lungo sette vibranti minuti.
Con
AJ Downing son sempre soldi spesi bene!!