Ecco uno di quei dischi pieni di sorprese, di quelli che non hanno nessuno dei difetti più comuni degli esordi: quelli di essere tanto limati quanto indifferenti, precisi ma alla fine noiosi.
Matt Harlan è un songwriter che riversa in melodia i tratti salienti di una scrittura poetica capace di costruire storie come se fossero dei lunghi paesaggi che restano impressi nella mente a lungo per bellezza e senso di quiete.
Matt Harlan celebra la vita semplice, si muove tra coffee bar o resta in attesa alla fermata di un autobus, l’ispirazione è dovunque, genuina come le sue dolci ballate. Nato e cresciuto in Texas a cavallo tra le grandi e ricche città e la piccola realtà di provincia, ha imparato a suonare e scrivere prima in una band a San Antonio, poi ad Austin fino ad Houston una lenta scalata riconosciuta negli ultimi periodi da premi importanti (dal Billboard World Songwriting Contest, all’American Songwriter Magazine nonchè vincitore all’annuale New Folk di Kerrville).
Americana, folk-roots texano, violini, banjo e mandolino, una sezione ritmica incisiva come la sua voce, e poi ha un’abilità tutta sua, apprezzabile sin dal brano inziale di una splendida
Elizabethtown, nel quale osserva un ‘fratello’ calarsi nell’uso di droga e allontanarsi da famiglia, amici, da quella piccola città che lo ha visto crescere. Non sono zuccherini amari, sono semplicemente racconti lucidi che ti costringono a fermarti e a pensare, perfette anche sulle highway perché giocano di tanto in tanto alla teoria dei frattali, scivolano sulle superfici del quotidiano, sulle facce della vita, verso il tranquillo Texas tutta slide, saggezza (nella morbida title-track) e alcohol di
You're Just Drunk.
Sulle bacche scure di una brillante
Skinny Trees Of Mississippi, ballate di pura bellezza enfatizzate da una nutrita schiera di ospiti nelle retrovie, da Rich Brotherton, che oltre a produrre, canta, suona chitarre e mandolino (in
Something New fa un pregevole lavoro insieme a Marty Muse alla pedal steel -fedele non solo a Robert Earl Keen), che impreziosisce anche la carezzevole
Waiting For Godot, la conclusiva
Dresses e
Suitcase Blues, baciata nel finale dal pianoforte.
Driving Song e il country di
Warm November con i cori di Phoebe Hunt dei Belleville Outfit, Riley Osbourn alle tastiere in un’altra perla come
Everybody Else, e scopri che mai come in questo momento alla cloroformizzazione delle coscienze dedite ai soli piaceri della più frivola mondanità in cui le parole perdono di significato, con dischi come
Tips & Compliments riesci ad apprezzare e riscoprire il giusto contatto con le cose che contano, splendide sia la storia di
Walter che
Over the Bridge con il magico violino di Warren Hood, altra ballata ma più rock, incentrata non tanto su Katrina, ma è principalmente un’ode alla città, alla sensazione di alienazione e perdita della gente che la vive momento per momento:"…
Levies broke when the rains came, and I'm left standing seven hours away".
Matt Harlan un nuovo talento sulle strade del Texas!