TURNPIKE TROUBADOURS (Diamonds & Gasoline)
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  Recensione del  01/06/2010
    

Da Stillwater i Turnpike Troubadours -sempre in compagnia di Mike McClure in cabina di produzione- si incamminano verso il Texas portandosi in spalla questo secondo disco Diamonds & Gasoline, deliziosi ritratti di spensierata vita di provincia, immersa nel country che ama i violini, la birra, il rock e le dancehalls.
Una bella sorpresa, basta l’incantevole miscela di banjo, violini e telecaster di Every Girl per farsene un’idea, brano scritto dal frontman Evan Felker e dal singer-songwriter John Fullbrigfht, è un tributo alla non rara capacità femminile di saper affrontare le avversità senza tirarsi indietro, di riuscire a godersi quel poco anche nei tempi difficili: “She don’t talk about religion, she talks about the Stones” quelle donne che prima si prendono i tuoi occhi, poi di seguito il cuore. Lo stesso effetto che viene affidata alla slide in tutto Diamonds & Gasoline, robusta in 7 and 7 e Down on Washington, affidata a Ryan Engleman -il resto della band vede il violino di Kyle Nix, il basso di R.C. Edwards e la batteria di un texano doc come Giovanni Carnuccio (!)
Ma c’è anche la fisa nella splendida 1968 ad illuminare melodie e storie dannatamente avvolgenti: una bella train song come Kansas City Southern sprizza divertimento da tutti i pori, co-scritta con McClure, presenza che si rispecchia maggiormente con The Funeral, affidandosi alle sirene dell’illustrazione letteraria nella più energica Whole Damn Town. Country spiritati che non mostrano mai piccole esitazioni, Shreveport, non giocano solo con una spontaneità di una spensierata giovinezza, Leaving and Lonely ed Evangeline manifestano un’efficace misura classica mai fine a se stessa, capace nella loro bellezza di svincolarci dalle ‘cure della quotidianità’ vitali per sospendere un desiderio di fuga.
Se l’acustica grazia della title-track è sull’amore perduto “I would buy for you a diamond or myself some gasoline / If I can’t afford you darlin’, then I can’t afford to dream” dove alla fine si resta in compagnia della sola lap steel, in chiusura i Turnpike Troubadours si allineano con la cover di John Hatford, Long Hot Summer Days, al format di Diamonds & Gasoline, ovvero: un distillato di molteplici suoni corali governati da quell’unica tesi, esemplificabile con l’amore per il country e per il Texas.