RYAN BALES BAND (Survival)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  01/06/2010
    

Li avevamo lasciati intenti a godere intensemente di momenti di strasgressione collettiva a base di rock ‘n roll, birra, sigarette e divagazioni amorose contenute nell’ottimo esordio di Revival, il quintetto della Ryan Bales Band si rimette in gioco cercando di assumersi il rischio di un cambiamento con questo nuovo disco, Survival, ma senza seguire una linea precisa, semplicemente restando in scia alle suggestioni dei tanti concerti in giro per il Texas aggiungendo qualche parentesi contemplativa ma senza cambiare una formula collaudata, fatta di sudore e tanta grinta che traspare fin dalla title track: "World you can knock me down, but I'm coming back to get my point across."
È chiaro che l’intento di Survival è quello di lavorare su un tourbillon di chitarre e situazioni, in perenne equilibrio fra realtà e sentimenti, qualche elemento di critica sociale inscritta nella carne e nelle intriganti derive dello spirito di questa gagliarda band. Dieci i brani, scritte a sei mani, da Chad Dorman a Steve Gay allo stesso Ryan, in compagnia di una bottiglia di whiskey restando in contatto con il paesaggio a loro più fedele, la strada.
Decisamente godibile il vigore chitarristico di Cabin Jam #2 e di Run Don't Walk, che coinvolgono l’ascoltatore con una grancassa di note che stupiscono autenticamente perché sgorgano da un terreno raccolto nel recente passato, senza correre però il rischio di una inevitabile ricaduta anestetizzante che essa comporta, ma ci infilano una ballata splendida come Boulevard, la solitudine come manifestazione di una differenza, di uno stare altrove rispetto allo ‘hic et nunc’ della strada. Dalla mediocrità quotidiana, adorabili rock malinconici, Morning Light, Next Time e la stessa Modern Day Gypsy forse troppo stiracchiata da determinare tempi morti per fortuna riempiti da ruvide telecaster che prendono il centro del palco nella splendida Karma Queen, dura e amara come Something New.
Survival gioca le ultime carte abbandonando il terreno della critica sociale e calcando invece la delicata pista umana affidandosi alla lap steel di California Sky e di Everything to Me, leggere, ma al tempo stesso sagaci, tanto da non far mai scadere il giudizio positivo di Survival.