ROKY ERICKSON WITH OKKERVIL RIVER (True Love Cast Out All Evil)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  01/06/2010
    

Il mito dei The Thirteenth Floor Elevators si era letteralmente dissolto negli anni '70 quando il loro leader fu arrestato in Texas per possesso di eroina ed i tempi bui per Roky Erickson continuarono tra prigione e altri anni passati per ricovero da schizofrenia in ospedale, trattato ad elettro-shock come un brutale assassino tanto che una volta trasferitosi ad Austin negli anni '80 era diventato quasi un alieno. Nel 2001 il fratello più giovane ha iniziato a prendersene cura e Roky pian pianino è tornato a vivere, si è risposato e si è riconciliato con suo figlio ed è tornato a poggiare i piedi su un palco.
True Love Cast Out All Evil è il primo disco di Roky Erickson dopo quattordici anni e consiste perlopiù di materiale mai inciso e canzoni sconosciute scritte nella sua lunga carriera di artista e nel periodo in gattabuia e in ospedale. Un repertorio di una sessantina di canzoni da cui pescare che riflettono tutti i problemi di quegli anni, ma c’è anche spazio per l’amore e la speranza, prodotte e suonate da Will Sheff con la sua band degli Okkervil River che seguono Roky nei suoi diversi stili musicali che lo contraddistinguono da sempre –garage-rock, folk, lo-fi psicadelico (cosa a parte l’heavy satanico dei b-movie), da quel 2008 data nella quale hanno iniziato a dividere con lui il palco in un paio di serate molto speciali. Roky Erickson inizia allora a raccontare la sua storia seduto al piano nell’intro breve di Ain't Blues Too Sad, ricordando tutto ciò che ha perso per strada per colpa non solo dei suoi demoni che cercano di distorcere la dolce melodia di Goodbye Sweet Dreams.
Ancora una ballata, splendida Be And Bring Me Home dove Roky canta “I don’t care what they say / I love my family only” un nuovo ciclo si è aperto, fede in dio, nella famiglia e nello spirito libero della musica, ma la vita in prigione resta viva nelle sue liriche anche quando ne parla in terza persona come nella struggente Please, Judge, la melodia si spoglia di ogni artificio e solo col piano e voce canta di liberazione “Please, Judge / give freedom to this child / It sure would make him smile”. Anche True Love Cast Out All Evil si ritrova a combattere con un giudice, ma è l’ascoltatore… la pena per fortuna è solo nel giudizio, più che positivo e come altrimenti a sentire la vivace freschezza delle tormentate Bring Back The Past e John Lawman, le meravigliose atmosfere notturne illuminate dalla slide della title track e di quel valzerone di Forever, all’aggiunta della sezione fiati in un’altra gemma come Think Of As One. Roky Erickson è tornato tra di noi!