Deve tutto a Randy Rogers, colui che lo ha spinto nell’esordio di
Scapegoat, e non solo perché
Josh Abbott non l’avrebbe nemmeno creata una band, ma quando si è fatto forza i risultati hanno dato ragione ad entrambi: new texas country, violino –non poteva essere altrimenti- al ruolo principale insieme a melodie leggere e un occhio al pop/mainstream talmente allettanti per le radio station locali che la
Josh Abbott Band ha anticipato i tempi per pubblicare il secondo disco,
She’s Like Texas.
Un cd che non dirà molto, non punta alla profondità, ma comunque questa alchimia tra rock, country e sentimenti son perfette mentre si sorseggia una birra sotto al sole e il compitino dopotutto è gradevole e ben confezionato,
Road Trippin e
All of A Sudden mettono allegria e una buona dose di riff hanno le braccia abbastanza lunghe per la traversata che si propone
She’s Like a Texas. Divertimento bilanciato, l’intro di
The Walking Out e
If You're Leaving (I'm Coming Too) e ballate non troppo zuccherose, l’uso del mandolino impreziosisce sia
Fall In Love Again che
Oh, Tonight, la title-track è più morbida ma sebbene fermentino frustazioni, disagi, stanchezze emotive, pulsioni e sotterfugi affettivi la Josh Abbott Band riesce a bilanciare il grado di romanticheria con digressioni chitarristiche infilandoci una perla come
Brushy Creek.
Un bluegrass-roots spiritato evidenziando uno stacco, la presenza di spazi, alcuni troppo ‘ruffiani’ , musicalmente ovviamente, come in
Hot Water o nella pianistica
Let My Tears Be Still da cui se ne si esce mezzi tramortiti, ma la coreografia fastosa e colorota costruita attorno ad
I Just Wanna Love You non può che rendercela simpatica la Josh Abbott Band convincendoci definitivamente con la rootsy e splendida
End Of A Dirt Road con tanto di Roger Creager e Trent Wilmon, tra armonica e sprazzi alt. Country.
She’s Like a Texas ha belle canzoni, cura l'armonia e ama la melodia, non si pretende di più dalla
Josh Abbott Band.