Il countryman
Zane Williams dopo una parentesi lunga quasi dieci anni in quel di Nashville (dove oltre a laurearsi ha trovato moglie e ha inciso un disco) si è avvicinato alla sua Abilene per incidere il nuovo disco,
The Right Place, un disco -prodotto da Radney Foster- che assume i toni idillici di un ritorno alla vastità del paesaggio naturale che lo ha visto crescere e che lo riaccoglie nella sua serenità impertubabile.
Una fortuna dato che il ragazzo vuol diventare uno di quei songwriter che nelle dancehall si trovano appicciato alla pareti con tanto di dedica e sorrisi,
Zane Williams dimostra di non essere cambiato poi tanto da quando se ne è andato, l’esperienze di vita restano raffigurate nelle ballatone agresti che sanno di country e slide, immerse nell’ironia e in fiumi di birra. Certo
The Right Place non sfugge alle regole del mainstream, ma le osserva da lontano perchè come ripete lo stesso Zane.
“
Nashville was good to me, but in Texas I can totally be myself and people get it” così le barroom songs di questo onesto honky tonker hanno un sapore tutto texano, deliziosa
Tired of Being Perfect ma come insegnano le frizzanti
The Right Place e
The Cowboy and the Clown, il ragazzo appartiene sempre alla terra della stella solitaria, violini, roots e una buona sessione elettrica rendono il disco molto godibile.
Come altrimenti definirlo all’ascolto della suggestiva e alcolica
99 Bottles, una meraviglia in note insaporita dalla lap steel che a cospetto di una realtà quotidiana fatta di denaro e avidità, invidie e arrivismo, ci piazza una serie di birre da trovarci così tutti solidali e non certo compassionevoli.
La struggente bellezza di
Pablo and Maria e la dolcezza della fisa e del mandolino in
River Girl invece ci presentano il racconto di formazione di questo bravo songwriter, che avanza senza strappi, pause, in un suono che subisce mutamenti leggeri restando nelle coordinate di una ricerca di un proprio stile attraverso il new country di
Live to Love Again, ballatone tenere come
Six Steel Strings e la splendida
Born Into Love non dimenticando la tradizione ruspante con la godereccia
I Am What I Am.
A parte il tributo a Nashville con la pianistica
Christmas Feels Like Christmas Again (doverosa riconoscenza?)
The Right Place resta un disco gradevole e divertente con un retrogusto triste, il che non guasta affatto quando si parla di country.