MIKE McCLURE BAND (Zero Dark 30)
Discografia border=Pelle

        

  Recensione del  01/05/2010
    

Ancora Joe Hardy al settimo disco per Mike McClure e Band (Matt Skinner al basso e Eric Hansen alla batteria) con Zero Dark 30 le viuzze del sound red dirt diventano più turtuose del solito, non c’è mai nulla di scontato nei suoi dischi ma stavolta la confezione mostra innegabili carenze, rischia di slabbrarsi in una ricerca di un suono troppo costruito e radiofonico, ma quello che gli va riconosciuto, però, è una certa ricchezze di idee, sia pur gettate alla rinfusa dove ogni tanto sbuca il suo senso della melodia e il brano acquista una luce diversa, la ballata elettrica ed intrigante di Don't Fight It brilla nella notte.
Infarcita per Mother May I, Daughter of the Devil o Down Like a Drop con troppi suoni -rock, blues, pop e tastiere, fino alla particolare cupezza di Wolves tra corrosive chitarre inframmezzate da sviolinate orchestrali, e francamente il risultato è esageratamente agitato e al contempo assolutamente immobile e ripetitivo.
Zero Dark 30 scuote abbastanza e si avverte in più di un brano (Made to Fade, In My Ears che è una nuova versione granitica ripresa dal suo album solista del 2002 Twelve Pieces), il disco non è affetto da un ‘cadaverico’ rigor mortis solo perché Mike McClure è uno che sa scrivere belle canzoni, il meglio lo da con le ballate (gli riescono sempre bene) A Breakdown, la conclusiva Down the Road I Go e Colors Fade to Grey sono deliziose, e qualche trovata come la sezione fiati in Swinging non mi dispiace affatto tanto da pensare: ma Zero Dark 30 è una vacanza, un passo falso o un altro tassello del lavoro di un gran songwriter di nome Mike McClure?