CHARLIE LUCAS BAND (Which Way to Turn)
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  Recensione del  01/04/2010
    

Non si può parlare di sorpresa, la band di Magnolia è una bella realtà del mercato indipendente texano, la Charlie Lucas Band prosegue sulla scia dell’interessante debutto di Not Famous, è una di quelle band che si portano dietro tutta la genuina e fresca determinazione dello scenario di provincia, cullando quel sogno musicale di radicale trasformazione capace di coinvolgere numerosissimi giovani in giro per il Texas –e non solo- che hanno recepito al secondo giro con Which way to Turn, che il classico rock tra bottiglie di whiskey, macchine veloci e amori giovanili nel cuore del Texas non ha nulla da spartire con il mercato mainstream amante del “Nashville dancin chickens or karaoke cowboys”.
La solidissima title-track spiattella riff e capovolge il mondo reale, non si accontenta del tragico destino dei perdenti, la ‘sete’ diviene il buco nero dove queste anime prendono la forza per tirare dritto, in Texas, da che parte andare non conta poi tanto, si segue Josh Kimich alla lead guitar e la rasposa voce di Charlie a cercare la strada nella splendida immersione nel country-roots di Should Be With You, una alienazione percepita come un’esperienza a doppio senso, si parte da una condizione altra per raggiungere un ulteriore alterità (tra le braccia di una donna, incrocio di suggestioni pieno di sorprese). Piccola perla è Why Not Texas, e come dargli torto a Charlie mentre spiega alla sua amata perchè proprio il Lone Star State tra violini, Alamo, slide, Billy Bob’s e quel tocco rootsy elettrico che te la fanno cantare a squarciagola (sarà anche vero che la ‘massima’ non sia annoverabile fra le grandi rivelazioni, ma è perfetta come refrain, tanto per renderti ancor più simpatico al vicinato bigotto!)
Pure Texas Music comunque le si rigirano, ascoltate il guizzante fervore di Nineteen In Love o della superba Whiskey, certo i riottosi e scocciati amanti della linea d’autore sarebbero pronti a tagliare la lingua di Charlie quando gli salgono alle labbra queste ‘semplici storie di alcol e donne’, ma queste brillanti melodie concedono come nel caso dello splendido country/roots di Feet On the Dashboard o della struggente ballata acustica di The End l’altra faccia della medaglia, coltivano se stessi, pungolano la curiosità, innaffiano la consapevolezza, tutti d’accordo allora? Running Hard & Loving Easy è quello che ci vuole, altra spiritata miscela di slide e violini, consapevolezza dal sapore nostalgico, tanto nella vita la sofferenza è inevitabile allora si chiude con Missed You Yesterday, Tonight e Been Here Before ovvero valzeroni e texas style. Which Way you Turn, i ‘sentimenti’ della Charlie Lucas Band hanno la purezza di un primo amore!!