JESSE BRAND TRAIN (Back Here on the Floor)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  01/04/2010
    

Storia particolare quella di Jesse Brand, ma non nuova nella terra del mito Townes Van Zandt, con quell’ombra ha condiviso quel moto errante del vagabondo senza meta, lontano da casa, e solo in compagnia dei suoi demoni. Un passato di cocaina, dentro e fuori da istituti di recupero, potevano costare caro a questo songwriter nel corso del 2000, ma il nuovo millennio gli ha permesso di voltare pagina anche a livello artistico, una nuova apparizione sul palco della vita riportando a galla inquietudini e battaglie che ha toccato con mano, poi confluiti in musica, “I was a drug addict and an alcoholic. I choose to live a different life today”.
Racconta adesso Jesse che nel periodo passato in gattabuia (5 mesi) ha iniziato a scrivere canzoni, album (difficile tenerne il conto tra demo ed Ep) fino ad Back Here on the Floor ed a questo nuovo progetto, non certo una vita facile ma anche se non avrà l’aspetto del bravo ragazzo, quello che conta è la sua musica, e Back Here on The Floor gli restituirà rispetto e considerazione: ascoltate Outside Looking In e le ballate pregevoli di San Marcos e Off Her Feet, la Jesse Brand Train band sa come deliziarci con un alt. Country malinconico ed elettrico, aiutato da una voce impastata di alcol e fumo, Jesse si muove nei dintorni di Austin, avanti e indietro, in compagnia di violini e la slide che bazzica in provincia come nella bella title-track e nel ruvido splendore di Perfectly Crazy e Rebel Soul tra l’organo e dosi massicce di telecaster, va al sodo con un suono più urbano, ribelle e poco meditativo.
Il pezzo forte di Jesse resta la ballata rock&country, Everything I Said To You e South Padre Sand sono dir poco splendide, maschera le proprie pulsioni negative dietro una melodia affascinante, le parole gentili che vorrebbero essere amichevoli mentre attraversa il Texas, alla ricerca poi di sorrisi e fiducia nella lumonisa dolcezza di Just To See You Smile. Piazza una cover convincente come We Ain't Giving In Tonight, saluta le radio con Carry On ma poi Jesse Brand chiude con i suoi diavoli, protagonisti di un'altra perla, Tuggin On The Devils Sleeve. 5 minuti di pura bellezza a dimostrare che in fondo per far “sembrare” qualcosa e dare un’anima a Back Here on the Floor, bisogna adeguatamente costruirlo e Jesse Brand, non so dopo quanti tentativi, ma c’è riuscito!