BRANDON RHYDER (Head Above Water)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  01/04/2010
    

Prodotto da Walt Wilkins (stessa squadra del successo di Conviction) con in più un dvd appositamente confezionato per i fans col making of del nuovo disco, Head Above Water, ma ad ascoltarlo sembra che Brandon Rhyder non si sia fermato al gadget a sentire i tredici brani del disco.
Nessun passo indietro per quello che concerne i suoi punti di forza, una bella voce e una penna sicura, ma spesso latita il guizzo, sonorità per lo più radiofoniche e un sentimentalismo eccessivo, come se le possibilità di questo “genere” siano le uniche possibili, uno schema intoccabile, come per ripararsi da qualsiasi messa in discussione. Rock Angel scelto come singolo ha tirato su in breve tempo i grafici di vendita (scelta azzeccata come quella di incidere Battery, relegata solo negli spettacoli live), si nota che c’è più ritmo, è meno scuro che in passato, ma le sue storie si soffermano sempre sulle relazioni interpersonali, speranze dopo la perdita della retta via affidate al potere dell’amore e del pop radio-friendly che ha coperto quelle poche tracce ancora vive di sano country texano (c’e solo It’s The Country That Saves Me, ma siamo verso Nashville, il Texas resta solo nella cornice).
Di ballatone ovattate non ce ne sono molte, dalla title-track a Last Swan Song, passando per i ricordi alla consorte in You Like Me Again’, per il resto si batte il piede più che altro (dipende ovviamente dai gusti) col ritmo di Ultimate Decivier si stacca almeno dai rimorsi, dallo stesso male di vivere, compresenza non del tutto occasionale in passato così a bordo del truck di I'll Take You si sale volentieri, stesso piacere dall’ascolto della luminosa You Can Count On Me e Like It Was The Last Time assestando qualche scossa in You Burn Me (rancorosa come la slide).
Psichedelico-rock-poppeggiante il finale con Breathe e la strampalata Behind The Scenes. Troppo scontato, il piacere di Head Above Water sfuma rapidamente lasciando l’ascoltatore alle prese con una scelta melodica un po’ troppo compiaciuta e fine a se stessa.