Nato in Alabama,
Tyler Reeve dopo aver seguito le orme della Zac Browne Band –per più di duecento date, ha deciso di prendere una strada diversa, quella del rocker simpatizzante per il country, quelli che amano la strada percorsa dai cowboy il venerdì sera tanto da cantarne le gesta nel brano d’apertura del suo esordio discografico
Whiskey Down.
L’attaggiamento e la voce fanno capire che il ragazzo ne mastica di kilometri e buona musica,
Good Music per l’appunto, il rock intrigante con la slide tagliente scelto come apertura di un album che riesce a trovare in pochi minuti le note giuste, quelle che riescono ad emozionare anche quando ti portano sulla scia di un’amore-alcolico calato nel roots alla texana di
Can’t Stop Drinkin’, molti gli amori scaduti (la conclusiva
Broken Song) ma in qualche modo ne si cerca una via d’uscita, niente di meglio allora del country, mandolini e roots lungo la deliziosa
Train Songs di passaggio ad
Austin verso Houston e di nuovo in viaggio con la splendida
Train Of Misery, un paio di ballatone che scrutano dentro cuori ed esistenze, sì dolciastre, ma di gran qualità.
Tyler Reeve gli affianca infine una combinazione riuscita di ballate elettriche (
Blankets In The Bed), rockacci tra il malinconico (
Bringin It Home) e il pop (
Lagovista), ma l’immancabile roots alcolico della title-track e della toccante
My Baby ci mostrano un musicista che non soltanto ha chiaro a se stesso ciò che vuole ottenere, ma anche come doversi muovere per ottenenerlo.