Da una fattoria nei dintorni di Austin, la realtà di un mondo senza convenevoli si scontra con la ritualità della provincia texana, quella normalità urbana legata ad una fantasia di giochi perversi non può nulla contro questa forma così tenace di country che
Jon Burklund rifila al disco d’esordio.
You’re Drivin’ Me Crazy è colmo di sentimenti, donne e promesse di amore ma il ragazzo imposta il tono ironico che fa da collante e asse portante dell’intero disco, accennando per suo mezzo, alla instabilità dei rapporti umani ma condendolo soprattutto nella prima parte (la più originale) con chitarre scure e nervose. Suono ruvido come la
56 Chevy, la sua poetica si infila negli interstizi degli scenari western cogliendone sguardi e riflessioni, nelle fratture dei discorsi trova punti di fuga dove incuneare le sue verità di coppia, la ballata
Beautiful Girl,
Something About Those Blue Eyes o la splendida title-track trascendono l’apparente smanceria per tirar fuori sensibilità e tatto da rodato songwriter.
Chiude il cerchio la meravigliosa e struggente
Missing My Baby, tra relitti, individui senza più riferimenti affettivi che si ancorano alla figura femminile per poter continuare ad andare avanti, e capita allora di alzare il gomito, l’alcohol alza la temperatura ma anche i problemi dosati con mestiere in un’altra perla rocciosa,
Pour Me Some Whiskey, condensandone l’essenza stradaiola texana anche in un'altra accorata ballata elettro-acustica deliziosa come
Trouble Is.
Lo spigliato country di
The Farmer's Life spezza un finale incline alla ballata, ma sempre di ottima fattura, tra l’acustico e l’elettrico:
Six Strings,
Pushing Me Away,
Poor Man's Curse, perdendo aderenza solo con
Marry Me, ma ritornando in carreggiata con la vigorosa
This Machine.
Jon Burklund, un nuovo talento da non lasciarsi scappare!