Stewart Mann toglie il suo nome affianco degli
The Statesboro Revue solo perché stavolta il texas sound resta a guardare, e precisa: "
I don't know what we are necessarily- rock, blues, country, Americana- take your pick. But every song has substance, soul, and grit".
Different Kind of Light è un delizioso mix di southern-blues ed americana&groove, di quelli tutto riff e amore, come quello che li lega da una decina d’anni sulla strada che li ha portati in quel di Austin a suonare brani come la scoppiettante
Little Girl Like You alle cui note è facile associare immediatamente immagini ancor prima delle immagini associate alle parole, insomma la melodia vi si stampa nei ricordi a prescindere dal testo anche per la grazia con cui Tomm Laningham e Will Knaak si divertono alle chitarre, con la solida sezione ritmica di Mike Peters e non ultimo l’organo di Ross Smith.
C’è anche l’armonica, dello stesso Mann, ad aggiungere quel retro blues che costeggia le sponde del mississippi come nella sublime ballata elettro-acustica
The Other Side, altra gran lavoro alle chitarre mentre il confine del bene e del male diventa sempre più piccolo e così le acque diventano torbide e bollenti con gli sfolgoranti cambi di ritmo di
The Painter e della gemella
Shine On, altro trionfo di chitarre -e della perizia produttiva di Stewart Mann- che costituiscono il fascino di
Different Kind of Light, altri 5 minuti capaci di risvegliare la sete di avventura e sollevarvi -per un’oretta totale- dalla fatica delle libertà domestiche. Dalla solidissima
Find a Way alla contagiosa armonia elettro-acustica dell’accoppiata splendida di
Over You e
Comes Back to You si scappa lontano dal male di vivere come condizione totalizzante, quella sorta di strozzatura esistenziale che di solito scaturisce in un suicidio affettivo, ma in nome della libertà e del proprio stato di infelicità si torna a casa, amore rappresentato dal caldo abbraccio di
Lady e
The Fall.
Gli
The Statesboro Revue costruiscono un disco intrigante, tra innocenza e purezza (la ballata di
Brink of Heartache) che si scontra con questo mondo che vediamo in lontananza nebbioso, grigio, semi-distrutto, lasciato in balia di se stesso (come nell’energica chiusura di
Alone) ma tutto si rischiara come dimostra
Different Kind of Light – la title-track. Un disco che si insunua con strisciante freschezza nel tepore delle nostre case e rende memorabile con un vortice di chitarre e melodie il felice cambiamento della
The Statesboro Revue.