TOM OVANS (Get on board )
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  02/02/2010
    

Dodicesimo disco per Tom Ovans, registrato in soli due giorni in compagnia della chitarra di Larry Chaney e del batterista Vicente Rodriguez –stessa squadra del precedente The Party Girl del 2007-, il bostoniano non ha proprio intenzione di mettere radici, tra mille mestieri in compagnia dei reietti scartati dalle città come New York, dove ha trascorso un periodo come un Homeless. Lì ai bordi della strada, in piedi al freddo, è nata la sua musica, su quell’indistinto agglomerato di freeways, motel, stazioni di servizio, fermate della metropolitana, bar, chioschi, una bellezza che continua a rinchiudere nello spazio recintato dei suoi dischi, come in Get on Board.
Tra l’East Coast e la West Coast alla fine ha preferito Austin per mettere radici, e il Texas porta bene a sentire la splendida grinta della title-track, un rock alla Tom Ovans, con la ficcante chitarra di Larry Chaney e la fedele armonica che entra in scena nelle struggenti ballate come Rainbows. Dylan non vale più la pena nominarlo, c’entra davvero poco oramai, anche perché non incide uno straccio di ballata desolante e toccante da decenni, per non parlare della melodia che si sposa all’elettrico della piacevolissima Breakdown and Cry, se le sogna entrambe…
Un’oretta scarsa, pillole d’’amore’ incantevoli come Candy Lane, voce suadente e melodia notturne con la compagnia di Lou Ann Bardash nella limpida bellezza di Every Single One, sempre l’Amore con la A maiuscola nella dolce Taken With You e si sa il sentimento esige per sé grandi lettere e tutto il tempo che merita, in 5 minuti ci sta tutto, che lo si ponga a monte o a valle in Get on Board. Tom Ovans alterna con una freschezza invidiabile momenti riflessivi e vibranti rock song baciate dall’armonica rootsy come in Honorable mention o più muscolare come Never been in love o a corrente alternata come in On my way, alla fine Get on Board non acquieta i desideri e sulla mortificazione di una quotidianità sterile priva di slanci vitale, ci tira su con la sezione fiati e quella brezza meravigliosa del passato della trascinante Night train.
Così in rotta verso casa, verso il Texas, nel finale ci regala tre ballate meravigliose, tra polvere, cieli stellati e lap steel, ecco Western plains blues, What I saw e gli otto minuti dell’epica Too Late Now. Forse le miserie della quotidianità fanno parte anch’esse dell’amore, Get on Board sa renderle emozionanti e da un rodato songwriter come Tom Ovans, è lecito aspettarsi di cogliere!