TODD WOLFE BAND (Stripped Down at the Bang Palace)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  02/02/2010
    

La gloria è temporanea, viene e va, scriveva Thomas A. Kempis, ma col torbido blues di Stripped Down at The Bang Palace il terzetto capitanato dal sempre-giovane Todd Wolfe se l’attacca sulle chitarre in un disco che inizia dove terminava Borrowed Time, nel periodo trascorso in Pennsylvania, nel bel mezzo del tour tra l’America e l’Europa, lì Todd ha inziato a scrivere di blues e alcune live tracks con l’attuale line-up erano talmente allettanti da ripromettersi di tornare in studio in tempi brevi per incidere questo nuovo disco.
Stripped Down at the Bang Palace è corrosivo come deve essere un sano disco di blues e rock, ma anche capace di scivolare nelle paludi acustiche del delta blues tra una jam e l’altra, assaporando quella ‘gloria’ rincorsa dal lontano 1979, quando ha iniziato a suonare nella scena di New York. Un’ora di musica tra cover, paradisi elettro-acustici come la deliziosa apertura di Wing of a Dove e solidissimi bluesacci dove la band si mette in mostra (Roger Voss alla batteria, Suavek Zaniesienko al basso con la special guest di Sarah Ayers ai cori) ecco allora classici come Stranger Blues e le ammalianti Bad Boy e Evil, ma nel mondo dove l’annientamento della persona non è soltanto fisico, ma è diventato un accordo comune, la passione della giovinezza come simbolo supremo impersonato dalla splendida versione di Muddy Waters, She's Nineteen Years Old, resta l’unica speranza per il prossimo.
Halloween non poteva che essere una Black Night, con quella strana inquietudine che arriva al calare del sole, una jam centrale lontana da ogni potenziale prevedibilità che permette di respirare quell’aria da contesto metropolitano, dove i personaggi sono bloccati dentro confini definiti, che la Todd Wolfe Band ha valicato con Stripped Down at The Bang Palace e basta un terzetto tra l’elettro-acustico della raffinata Roll Over, il soul-blues di Come In My Kitchen e il favoloso delta-blues di Mississippi Queen per farsene un’idea chiara.
Per chiudere il discorso cover dopo la rivisitazione dei Mountain Chestnut non poteva mancare di certo BB King con Three O’Clock Blues, ma Stripped Down at The Bang Palace ha ancora sete di blues nel finale, baciato dal rock grintoso e chitarristico di It's All Over Now e nella granitica Wreck My Life, o immerso nell’acustico dell’affascinante Light of Day. Le zone d’ombra del passato sono state state assorbite dalla zone illuminate di Stripped Down at The Bang Palace, così numerose da far risplendere il blues della Todd Wolfe Band.