CALVIN RUSSELL (Dawg Eat Dawg)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  02/01/2010
    

La politica e la situazione del suo paese dominano da sempre i suoi dischi ma la piacevolezza della vibrante Like a Revolution non ha nulla del periodo sbilenco degli ultimi anni, il texano Calvin Russell con Dawg Eat Dawg mantiene quella posizione da commediante scanzonato che prende tutto (compreso se stesso) con dovuta ironia e quando imbraccia la lap steel che sa di roots&blues e l’armonica con la meravigliosa 5m2 si spinge ancora una volta attraverso il Rio Grande, Piedra Negras ed El Paso, tra le visioni di quelle vallate desertiche e desolate dove amava vagabondare nel corso degli anni ’80 -dentro e fuori le prigioni di Nuevo Laredo.
I tempi son cambiati, si è aggiunto il periodo in Europa, l’amore per la Francia, ma il passato si dimostra non tanto una palestra per nostalgie dolceamare (visti i confronti che permette di fare, e non tanto per gli ultimi interessanti dischi) quanto una miniera inesauribile di rock e chitarre, e la cupa bellezza di Halloween è di una inaspettata freschezza. La splendida To you my love ha un vento western che soffia tra gli spazi verticali di lunghi sentieri che si inerpicano tra sole e polvere, dove la dolce melodia improvvisamente illividisce inghiottendosi la luce con il torbido bluesaccio di Gangster of love che si riflette anche in Texas Blues Again, e l’ambiente urbano middle class californiano con le sue miserie, le paure, i silenzi e gli sguardi, spie di un’aggiornata incomunicabilità, li lascia sulla linea di confine dove abitano mandolini e dolcezza, quella di Sweetest Tenderness piena di sentimenti e poco sentimentale, una sguardo struggente a tratti indulgente, come si fa con le proprie creature che appartengono ad un mondo che si conosce bene, al quale un tempo si è appartenuto.
Ruvido anche il finale, Rolling wheel è arcigna, ha quell’aura notturna, vampiresca, sembra di vederlo il suo viso torvo e piegato dal vizio aggirarsi tutto da solo a spasso sulle strade aspettando il sole o un segno di cambiamento, da Are you Waiting e dalla title-track ci si poteva aspettare qualche bagliore in più di originalità, quella che non manca al blues acustico di Too old to grow up now e alla seconda versione di 5m2. Le scelte sono scommesse, le ultime di Calvin Russell hanno avuto successo!