Quindici anni non sono pochi per una band ma per i quattro adolescenti dei dintorni di Stillwater la strada sconosciuta del successo ha riservato, a modo suo, il classico canovaccio: tra le tante band che suonavano grosso modo lo stesso pezzo, l’impressione che Cody Canada l’abbia saputa suonare meglio lo riconferma con l’ennesimo gran lavoro,
Happiness & All The Other Things, settimo disco, ancora com Mike McClure e ancora una piacevole sorpresa.
Sembra che il ritorno in Oklahoma abbia giovato dando una rinfrescata e uno spessore al suono, più robusto, molto red-dirt, meno acustico e rootsy del precedente,
Mission California, ma le atmosfere country restano e l’uno-due iniziale è un bell’antipasto succulento: dalla ruvida e splendida
51 Pieces, melodia chitarristica che pervade la sfera mentale contro ogni possibile resistenza -e quello che combinano Joe Hardy, Grady Cross e lo stesso McClure alle chitarre è difficile schiodarselo da dosso-, riff che sembrano restare per sempre in giro in testa, esattamente come succede per i pensieri ossessivi di strada che canta Cody Canada che sa tenersi sotto braccio il clima texano con la deliziosa
Bluebonnets, la lap steel la fa da padrona come la malinconia rootsy-acustica ed è per questo che la strada di
Happiness & All The Other Things si fa in discesa, i
Cross Canadian Ragweed ritrovano ancora se stessi seguendo percorsi che non hanno niente di schematico, e seppur sembra -mai come in passato- il tutto confezionato con estrema cura al prodotto finale (basti pensare al poster, il video, il bonus cd), non ci si sente traditi. "
I think it's the most personal album we’ve ever recorded," dice Canada "
Lyrically it's more personal. A lot of the songs I write are about what's going on around me and not about myself; this one I had some things happening within my family that made me kind of step back and look at what's going on in my life and write about it."
C’è il tocco femminile di Stephanie Briggs in tre canzoni, al piano, che non illumina molto la rock ballad classica di
Burn Like the Sun dove la voce grossa tocca farla a McClure alla chitarra (la voce sfiora
Tomorrow e si sofferma sulla dolcezza pianistica/border dell’intensa
My Chances), un Cody Canada che sa dare il meglio anche con i suoi format preferiti, ballate tra rock e slide ruspante da
Drag alle incantevoli
Confident e
Kick In The Head, dove gli occhi sembrano guardare solo verso un punto, nella sfasata, persino nel nulla, del vuoto che caratterizza una certa provincia americana. Band in forma smagliante a sentire le scoppiettanti
To Find My Love,
Overtable con la luciferina coda di
Interlude, sempre versatili, piano e squarci di robusto fervore chitarristico in
Pretty Lady e prima del bonus cd, piazza la meravigliosa rilettura di
Carmelita che con le 3 bonus track live (da
Too Close To The Ground, alle splendide -come sempre-
Soul Agent e
Train To Birmingham con tanto di armonica rootsy), i
Cross Canadian Ragweed ‘confezionano’ un altro bel disco e senza difetti. Cosa non da poco!